Un pallettone da cinghiale sparato accidentalmente da un 60enne si conficca nel muro di una scuola di Terni, ad altezza d’uomo, senza provocare alcun ferito. Una “tragedia sfiorata”, un miracolo che il colpo partito per sbaglio centri solamente il risultato di rinfocolare le polemiche sulla caccia, di ridare fiato – per la verità mai venuto meno – a quanti ritengono la pratica venatoria un’attività anacronistica e pericolosa, oltre che crudele. “Un fatto a dir poco sconvolgente, anche per chi, come me, da sempre fa campagna contro la caccia”, dichiara Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. L’uomo stava mostrando la sua carabina da caccia, una Browning 308 regolarmente detenuta, ad una conoscente con lo stesso hobby, quando dall’arma è partito un colpo che, a circa 400 metri, ha oltrepassato la finestra di una scuola professionale, conficcandosi sul muro di un corridoio dell’Istituto tecnico industriale e per geometri “Allievi-Sangallo”. Tutto questo poco prima della ricreazione, quando i ragazzi sono in giro per i corridoi e di tragedia si sarebbe dovuto parlare davvero. Secondo gli investigatori il presunto responsabile dello sparo è un cacciatore di 60 anni del posto. L’uomo, pensionato ed ex dipendente di una società municipalizzata ternana, è stato individuato e denunciato dalla Digos per esplosioni pericolose e danneggiamento. Gli investigatori ritengono che l’uomo si fosse reso conto di aver sparato, tanto che una volta individuato ha inizialmente parlato di un colpo a salve, per poi ammettere le proprie responsabilità. L’arma, che ha una gittata fino a circa due chilometri e si può detenere con una normale licenza di caccia, è infatti considerata molto pericolosa in quanto in grado di uccidere anche animali di grande taglia. Dopo il colpo, il 60enne avrebbe comunque continuato la sua battuta al cinghiale. Oltre alla denuncia, nei confronti del cacciatore è stato disposto il ritiro della licenza di caccia e delle altre armi detenute legittimamente, mentre sarà inoltrata segnalazione alla prefettura per l’emissione di un decreto di divieto di detenzione delle armi. Nella stagione 2015-2016 l’Associazione vittime della caccia ha contato, in ambito venatorio, 18 morti (tra cui 1 minore) e 72 feriti (3 minori). Tra febbraio e agosto di quest’anno, quindi fuori della stagione, 17 vittime di armi da caccia, di cui 6 morti. “Non mi faccio illusioni sull’atteggiamento del governo filo-doppiette del premier Renzi – conclude Brambilla – ma spero che in Parlamento qualcuno rifletta sul caso di Terni e su queste cifre, prima di compiacere ancora, con nuovi ‘regali’, la lobby dei cacciatori e degli armaioli”.