AGGIORNAMENTO DEL 23 OTTOBRE 2016
Dopo essere stato ricevuto a fine settembre a Palazzo Madama dal presidente Pietro Grasso (ne abbiamo scritto qui su 24zampe) nel giorno della presentazione del Festival#Animali organizzato da Enpa a Roma, si sono spenti i riflettori sul gatto Pietro. Infatti, appena estratto dalle macerie, Pietro era stato inizialmente curato proprio dalla Protezione animali che l’aveva ricoverato in una clinica. Ma le affezionate lettrici gattofile non l’hanno dimenticato e oggi una di loro, Cicci, ha scritto a 24zampe per avere altri aggiornamenti sulla sua salute. Ho così contattato Sabina, la nuova padrona di Pietro che l’ha accudito dopo che la sua mamma è scomparsa nel crollo della casa di Amatrice (Ri) dove viveva con il gatto. Oggi Sabina ci ha mandato una foto (quella subito sotto) e una breve descrizione delle sue condizioni, che sono buone per quanto riguarda la guarigione fisica ma che invece preoccupano per gli esiti psichici postraumatici: è diventato molto aggressivo ed è ora sottoposto a un trattamento comportamentale. Ecco il testo di Sabina: “Pietro sta bene: l’edema cerebrale che premeva sul nervo ottico impedendo la visione si è riassorbito e ora vede benissimo, ha subito intervento con cerchiaggio alla mandibola, che purtroppo è rimasta leggermente storta ma ciò non crea problemi di nutrizione”. E fino qui le buone notizie. “Ciò che dubito risolveremo a breve è lo shock postraumatico che lo ha trasformato in una tigre del bengala, che considera gli esseri umani suoi acerrimi nemici! Non mi prenda in giro se le racconto che sta seguendo un ciclo di psicoterapia per gatti… ma le stiamo provando tutte per riaddomesticarlo e sono certa che con il tempo ci riusciremo”. Ho naturalmente chiesto a Sabina anche – soprattutto – notizie di lei, certo di intepretare una implicita richiesta di Cicci e degli altri lettori di 24zampe che si sono appassionati alla storia del gatto Pietro ma anche di altri animali che si sono salvati dalle macerie dei Amatrice e degli altri paesi coinvolti nel terremoto del 24 agosto scorso: “Io sto benino e vado avanti giorno per giorno, nella speranza che un giorno riuscirò a ricostruire il mio palazzetto settecentesco e il mio paese possa di nuovo brillare al riverbero della neve”. Auspicio che facciamo senz’altro nostro. “Un sentito grazie a lei e all’affetto delle sue lettrici” è la conclusione del messaggio di Sabina, che ancora ricambio a nome di tutti i lettori di 24zampe.
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POST ORIGINALE DEL 24 SETTEMBRE 2016
Molti si ricorderanno del gatto Pietro, estratto vivo dalle macerie di Amatrice, provincia di Rieti, sedici giorni dopo il sisma che ha colpito esattamente un mese fa il Centro Italia. La sua storia ha appassionato migliaia di lettori di 24zampe: erano i giorni in cui, dopo la tragedia delle quasi 300 vite umane perse a causa del terremoto e passate le primissime ore di soccorso ai superstiti, ci si appigliava alle vicende di cani e gatti che riemergevano da quell’inferno di polvere e sassi per cercare di ritrovare un po’ di speranza. Alcune delle lettrici più “gattofile” hanno continuato a scrivere a 24zampe per avere notizie del gatto, uno dei molti curati dall’Enpa in quei giorni. “Pietro sta bene”, vuole subito rassicurarle Sabina, che nonostante un velo di tristezza nella voce per la perdita della madre nel terremoto, ci dice che la vita va avanti. “Il gatto dormiva insieme alla mia mamma – racconta Sabina, ora nuova padrona del gatto -, lo faceva sempre. Lei non ce l’ha fatta ma Pietro immaginiamo si sia rifugiato sotto il letto, e così si è salvato”. Durante il recupero della salma della padrona, di Pietro non si è accorto nessuno. “Ma i pompieri hanno aperto varchi nelle macerie che hanno permesso al gatto, nei giorni seguenti, di avere acqua piovana da bere”, ipotizza Sabina. Per il mangiare, si è arrangiato come poteva: con le sue stesse feci, pare, “di cui è stata trovata traccia in bocca”. Quando i Vigili del fuoco che recuperavano oggetti dalla casa crollata hanno sentito Pietro miagolare e l’hanno estratto, aveva una mandibola rotta, era malconcio ma vivo. “In un primo momento, nella clinica veterinaria Centro Italia a Rieti, dove l’Enpa l’ha ricoverato dopo il salvataggio, si era ipotizzato un problema neurologico, perchè il gatto mostrava poco equilibrio”, ricorda Sabina. Un’altra ipotesi era una frattura del bacino, dato lo scarso controllo nell’incedere. Trascorsi alcuni giorni, Pietro ha lasciato Rieti ed è rientrato a Roma. Una volta passata la febbre, nella clinica dove è sempre stato curato si è potuto eseguire l’intervento alla mandibola, riuscito perfettamente, e poi sottoporlo a una risonanza magnetica chiarificatrice: nessuna frattura ma un edema celebrale che lo limita nella vista, premendo sul nervo ottico. “Pietro, infatti, si muove in maniera un po’ incerta e a volte sbanda e sbatte contro gli spigoli”, spiega la padrona: “E’ sottoposto a terapia farmacologica orale per far riassorbire l’edema ma per il resto le sue condizioni di vita, adesso, sono buone”, conclude. Nella foto inviata da Sabina e scattata oggi, Pietro è ancora convalescente dopo l’operazione alla mandibola e beve da un cucchiaio.
Qui la storia di Pietro, con tutti gli aggiornamenti e i commenti delle lettrici “gattofile” di 24zampe.