Dopo le preaperture che hanno interessato 16 Regioni italiane dal primo settembre (ne abbiamo scritto qui), domenica prossima prenderà ufficialmente il via la stagione venatoria, che come ogni anno inizia nella terza domenica di questo mese. Più di 620mila cacciatori, secondo i calcoli della Lega antivivisezione, possono legalmente uccidere 428.859.211 animali selvatici fino al 31 gennaio. Il numero, prossimo al mezzo miliardo, è stato “ricavato dai dati analizzati dalla Lav, con riferimento a quattro regioni campione, per le quali è stata effettuata l’analisi dei calendari venatori, dei carnieri giornalieri e stagionali e del numero di cacciatori abilitati: Veneto, 10.350.000; Lombardia, 84.892.034; Toscana, 37.740.000; Sicilia, 30.780.000”, spiega l’associazione in una nota. La Fenaveri, la neonata Federazione nazionale delle associazioni venatorie riconosciute di cui fanno parte tra gli altri Federcaccia e Arcicaccia, auspica però che “l’apertura della caccia sia una festa”, e punta il dito contro “la superficialità di un approccio mediatico salottiero al tema, che nega l’evidenza del valore che diamo al paesaggio, ai boschi, all’economia del made in Italy con le tante produzioni legate alla caccia”. “Se le associazioni venatorie intendono davvero fare qualcosa di positivo per il nostro Paese, allora c’è una sola cosa che devono fare: appendere la doppietta al chiodo”, è l’ironica risposta dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), che accusa le Regioni di essere “ancora fuori dalle regole. In Italia l’illegalità è dilagante nei confronti dei selvatici, e per questo in Europa siamo ormai diventati un vero e proprio caso”. Sulla stessa linea la Lav, che ritiene non si possa “più tollerare che i cacciatori siano considerati cittadini privilegiati a cui è consentito interpretare a proprio favore le leggi dello Stato a discapito della stragrande maggioranza degli italiani, persone che uccidono milioni di animali innocenti per esclusivo divertimento”. La Lipu ricorda che “colombacci e tortore possono essere cacciati” e che, da domenica, “sarà possibile sparare anche al coniglio selvatico, alla quaglia, alla volpe, al merlo e al germano reale”, mentre “per tutte le altre specie l’inizio della stagione venatoria è fissata al primo di ottobre. Compresa l’allodola”. E avverte che la caccia è “un’attività anacronistica, spesso illegittima e pericolosa per la grave situazione ambientale del nostro paese. Le specie cacciabili sono troppe e si possono uccidere animali considerati in cattivo stato di conservazione”. (foto Afp/Gaizka Iroz)