Una decina di persone salvate dall’annegamento nel 2016 e ottantuno nel periodo 2012-2015. E’ il bilancio dell’attività dei cani della Scuola italiana dei cani da salvataggio: Pescia Romana, Montalto di Castro, Mondello, Genova, Palinuro sono solo alcuni dei mari in cui sono intervenuti i terranova, i labrador, i golden retriver e i leonberger con la pettorina Sics, ma sulla loro pagina facebook si vede il cane Reef tuffarsi (per una dimostrazione) anche dai Floating piers di Christo, l’attrazione estiva del lago d’Iseo. “E’ sempre più forte il ruolo educativo e sociale dei cani salvataggio, che ogni anno salvano decine di vite sulle coste italiane, soprattutto durante il periodo estivo”, dice Roberto Gasbarri, responsabile area Tirreno centro meridionale della Scuola italiana cani salvataggio. “I bagnanti – ammette – ormai ci conoscono e la Scuola si sta sempre di più istituzionalizzando, stringendo accordi con partner ufficiali”. “Da quest’anno ad esempio – ricorda – Federbalneari Lazio Nord ha voluto dare un contributo per una task force operativa di sei unità cinofile della Sics, che la Capitaneria di Porto di Civitavecchia disloca in diverse spiagge libere, a seconda delle necessità e delle condizioni meteo giornaliere. Sono stati coinvolti con unità cinofile in spiaggia anche nell’operazione “Mare sicuro 2016”, coordinata dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, che fino al 18 settembre vede impegnati i mezzi ed il personale della Guardia Costiera nel tratto di costa compreso dalla zona dell’isola di Ca’ Roman, nel chioggiotto, fino al confine con l’Emilia Romagna. Oppure a Palermo, dove sono stati e saranno presenti per tutti i weekend di luglio e agosto sulla spiaggia di Mondello: ne abbiamo scritto qui su 24zampe. “La figura dei cani salvataggio – fa notare Gasbarri – ha sempre più successo a livello operativo, anche perché diffonde l’educazione alla prevenzione in mare stando vicino ai più deboli. Un compito che portiamo avanti grazie al suo presidente Ferruccio Pilenga. La Scuola italiana cani salvataggio – ricorda – è la più grande organizzazione nazionale dedicata alla preparazione dei cani e dei loro conduttori che, con le cosiddette unità cinofile, opera sulle spiagge italiane durante tutta la stagione balneare e ha come obiettivo principale l’addestramento al salvataggio nautico dei cani di tutte le razze”. “Un unico cane – continua – è capace di salvare e trainare un battello con a bordo fino 30 persone con una resistenza di nuoto su distanze comprese tra i 300 metri e i 4 chilometri in cui cane e conduttore nuotano insieme fianco a fianco con una perfetta sinergia nel lavoro di salvataggio in acqua. Alla base di questo lavoro di squadra, c’è la profonda sinergia uomo-animale che può essere raggiunta solamente attraverso una stretta relazione quotidiana”. Quello dei cani salvataggio è un vero e proprio mestiere. Per arrivare al conseguimento del brevetto di salvataggio, ci vuole mediamente un anno, un anno e mezzo; a quello operativo due o tre anni. E’ necessario, inoltre, seguire speciali corsi di elisoccorso con l’Aeronautica Militare e con l’elisoccorso civile. La Squadra italiana cani salvataggio è l’unica a livello internazionale ad avere questa preparazione. Tra cane e conduttore si instaura un feeling speciale. Cane e conduttore, imbracati assieme, verranno calati da un’altezza di circa 20 metri, grazie all’ausilio del verricello. Arrivati in acqua, e dopo essersi sganciati, si dirigeranno sul figurante per trarlo in salvo, sotto il vento provocato dalle pale dell’elicottero, che creerà onde corte e frangenti, come se l’idroscalo fosse in tempesta. Terranova, Labrador, Golden retriver e Leonberger sono le razze per elezione, selezionate per questa specialità di protezione civile. Ma basta avere un cane che pesi più di 25-30 kg e ami l’acqua e si può scoprire di poter diventare unità cinofile da salvataggio, alla scuola di Milano. Grazie a questi cani, che possono rimorchiare più persone per più di un’ora, che sentono le correnti e hanno un istinto al salvataggio incredibile.