In Australia il sovrappopolamento di cavalli selvatici sta mettendo a rischio alcuni delicati ecosistemi limitrofi a Sydney, e per questo la maggioranza di questi animali va abbattuta. A indicarlo è un controverso documento sottoscritto da 41 scienziati di 16 università australiane, che hanno avanzato un piano di abbattimento per migliaia di cavalli selvatici che abitano le Snowy Mountains, vicino Sydney. Secondo gli esperti, questi animali starebbero distruggendo il delicato ambiente alpino nella zona e ne avrebbero già compromesso quasi la metà. Ma contro il piano si sono mobilitati molti cittadini locali e gli animalisti: “Questi cavalli sono un’icona, ucciderli è fuori questione”, dicono. Gli scienziati hanno scritto al premier del New South Wales Mike Baird, esprimendo la loro opinione favorevole all’uccisione del 90% della popolazione di Brumby, specie di cavalli selvatici dell’Australia, al Kosciuszko National Park. Stando a quanto riferito dai media locali, il piano avrebbe l’obiettivo di portare, nei prossimi 20 anni, l’attuale presenza di Brumbies da 6 mila a 600 esemplari. Uno dei firmatari della lettera, Don Driscoll dalla Deakin University, precisa che a sottoscrivere il documento è una rappresentanza di accademici considerata il più grande pool di esperti di ecosistemi alpini nel Paese. “I cavalli – spiega Driscoll in una nota – sono stati introdotti e non sono caratteristici di questa zona, ma minacciano processi delicati degli ecosistemi e delle specie locali”. Lo specialista evidenzia anche che i Brumbies del Kosciuszko hanno degradato il 48% del parco nazionale e quindi la strategia di gestione corrente non funziona. Lo scienziato ricorda inoltre che la popolazione di Brumbies è aumentata dai 4.200 esemplari del 2009 ai 6 mila di oggi, nonostante ogni anno siano rimossi 450 cavalli. Ma non tutti gli scienziati sono d’accordo con tutti gli aspetti del piano, ammette Driscoll. Per alcuni esperti, infatti, 20 anni “è un tempo troppo lungo e disumano” e sarebbe preferibile “un processo più veloce”. A fronte del documento, è arrivata immediata l’alzata di scudi di alcuni abitanti locali amanti dei Brumbies e degli attivisti animalisti. Quasi 250 persone hanno già protestato contro il progetto nella sola Sydney. Per i contestatori, i Brumbies “sono delle icone e abitano nel parco da 150 anni: ucciderli è fuori questione”. L’Australia ha deciso la decimazione anche della popolazione felina, progettando di eliminare 2 milioni di gatti in 5 anni. Secondo gli esperti, questi predatori alloctoni sarebbero responsabili dell’estinzione di decine di piccoli marsupiali caratteristici dell’outback. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe.