Con il numero di cinghiali che è raddoppiato negli ultimi dieci anni raggiungendo la cifra record di oltre un milione, “è importante l’impegno congiunto del Governo e delle Regioni” afferma la Coldiretti, che aveva convocato migliaia di agricoltori in piazza Duomo a Firenze per sollecitare interventi concreti, nel commentare positivamente la lettera del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ai presidenti delle Regioni. C’è “un vero e proprio esercito di cinghiali – sottolinea la Coldiretti – che assedia oggi le campagne italiane con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano, mais, orzo, ma anche le produzioni tipiche, dalle castagne al farro, delle mele all’uva che gli agricoltori hanno salvato in questi anni dall’estinzione per poi rischiare di vederle sparire a causa della pressione dei selvatici. Un problema che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole, l’assetto idrogeologico e lo stesso ecosistema”, conclude.
ENPA (PROTEZIONE ANIMALI)
“Prendiamo atto di quanto detto dal Ministro dell’Ambiente – dice Andrea Brutti dell’Ufficio Fauna Selvatica Enpa -. Tuttavia, per la gestione dei cinghiali, non sono necessarie né forzature né altre misure poiché nella legge 157/92 ci sono già tutte le indicazioni per affrontare la gestione della fauna selvatica. Autorizzare gli spari è pericoloso in sé; il fatto di farlo nel periodo estivo crea una situazione di vero e proprio allarme per l’incolumità pubblica. Non solo i metodi ecologici sono obbligatori e prioritari rispetto a qualsiasi forma di abbattimento, ma il ministro si adoperi per vietare i ripopolamenti – tuttora possibili nella aziende venatorie – gli allevamenti e la vendita legale dei cinghiali. Sono queste, non certo il ricorso ad abbattimenti praticati ormai da più di 20 anni, le misure più urgenti ed efficaci da applicare per gestire situazioni di presunto sovrappopolamento”, dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali.