“Vogliamo poter svolgere il nostro lavoro, raccogliere le nostre uve e produrre vino. La Regione Toscana applichi concretamente la legge regionale per il contenimento degli ungulati”, causa di danni per milioni di euro alla viticoltura. E’ la richiesta di Avito, l’associazione che riunisce tutti i consorzi vinicoli della Toscana, lanciata oggi a Firenze, alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi. L’appello giunge a pochi mesi dall’approvazione di una legge obiettivo contro l’emergenza ungulati in Toscana (che sono quattro volte superiori alla media nazionale e causa di ingenti danni all’agricoltura regionale) ma che ancora presenta difficoltà a essere pienamente attuata e partire. Legge fortemente avversata dagli animalisti, che a gennaio 2016 hanno lanciato la campagna “Toscana… Rossa come il sangue” che ha portato in piazza migliaia di persone contrarie agli abbattimenti. Ne abbiamo scritto qui e qui. L’attenzione per la vicenda ha fatto il giro del mondo e se ne è occupato anche il New York Times, ne abbiamo parlato qui. “Lanciamo un grido di sofferenza per la situazione degli ungulati che sta danneggiando le produzioni vitivinicole – ha detto il presidente del consorzio Chianti Giovanni Busi in rappresentanza dell’associazione -. Noi vogliamo solo poter fare il nostro mestiere, non vogliamo gli indennizzi, vogliamo produrre i nostri vini, lavorare i nostri vigneti e raccogliere le uve senza trovarle mangiate”. Cinghiali, daini e caprioli, ha aggiunto, “ci portano via il nostro lavoro e il nostro stipendio. I danni creati pesano per il 5-7% della produzione, pari a milioni di euro, e in alcune realtà anche di più”. Per Sebastiano Capponi, vicepresidente del consorzio del Chianti classico, “le aziende sono molto preoccupate per la prossima vendemmia. Senza uva non si può produrre e pagare gli stipendi. Chiediamo che questa legge venga messa in pratica e che si abbatta gli ungulati secondo quanto previsto”. Si faccia presto, chiedono i produttori toscani, a decidere “i rispettivi campi di azione di tutti i soggetti coinvolti: associazioni venatorie, associazioni ambientaliste ed associazioni professionali agricole”. L’assessore Remaschi ha rassicurato che “la legge darà buoni risultati già quest’anno. Nelle province dove la norma è partita sta già producendo effetti positivi. In provincia di Firenze, ad esempio, con la caccia in selezione sono stati già abbattuti 5-600 cinghiali. Ancora più avanti è quella a caprioli e daini”. Anche a Lucca “siamo partiti con i primi 50-60 capi abbattuti in selezione, e a Pisa siamo oltre 300. Ci sono poi buoni risultati anche a Siena”. “Problematiche, ma che sono fase di risoluzione, ci sono invece nel territorio di Livorno e in quello di Arezzo. Anche a Grosseto siamo indietro”. A rallentare l’applicazione della legge, ha ricordato l’assessore, “ci sono state due sentenze: una della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge di riforma sugli Ambiti territoriali di caccia (Atc)” e l’altra “del Tar sulla composizione di alcuni Atc”.