AGGIORNAMENTI IN CODA
- COLDIRETTI: #BASTACINGHALI, SONO PIU’ DI UN MILIONE
- SENATORE PEDICA: ROMA, UNO ZOO A CIELO APERTO
- VENEZIA CONTRO TOPI E GABBIANI CAMBIA RACCOLTA RIFIUTI
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POST ORIGINALE
Non solo i topi a Roma. Anche Bologna, Genova, Palermo, Catania, Trieste e Bari lanciano l’allarme sull’invasione degli animali selvatici e infestanti e sui rifiuti. Dal nord al sud del Paese cinghiali, gabbiani ma anche scarafaggi e naturalmente ratti manifestano la propria presenza a causa dell’abbondanza di immondizia nelle strade e le precarie condizioni igieniche delle città nei mesi estivi. Se a Bologna la situazione sembra sotto controllo, altrettanto non si può dire per Palermo, Genova, Trieste e Bari. A Roma, nei giorni scorsi, una donna è stata morsa da un topo su una panchina di Trastevere ma anche i cinghiali popolano le periferie. A Comacchio (Fe), alla foce del Po, animalisti e cittadini di scontrano sull’invasione delle nutrie, che nella regione supererebbero il milione e che non hanno predatori. In più, a Catania, i resti della macellazione clandestina e le carcasse dei cavalli morti nelle gare illegali marciscono per strada.
TRIESTE
Sull’altipiano triestino proliferano i cinghiali, la cui moltiplicazione è continuata senza che le campagne di abbattimento riuscissero a controllarne il numero. Ora hanno cominciato a spingersi nelle zone abitate, complice il cibo disponibile nell’immondizia e la presenza di bizzarri cittadini pronti a dar loro da mangiare, oggetto per questo di salate contravvenzioni da parte della forestale. Gli effetti nefasti non mancano: persone aggredite, campi rovinati, incidenti stradali. Negli ultimi giorni, il pericolo arriva pure dal cielo: sarebbero sempre più frequenti i casi di gabbiani che calano in picchiata sui bagnanti, avventandosi su panini, toast e gelati, sfilati di mano ai malcapitati con un colpo di becco. Evidentemente ai pennuti non basta più combattersi gli avanzi con i gatti randagi vicino ai bidoni della spazzatura. Gatti che non mancano di urtare la sensibilità dei visitatori dei cimiteri, che lamentano colonie che scorrazzano fra i cari estinti.
GENOVA
Topi, ratti, gabbiani non mancano a Genova, anzi. Nei giorni scorsi sono stati effettuati interventi di derattizzazione utilizzando, anziché i topicidi, la ruspa per distruggere le tane. I gabbiani fino a un anno fa circa erano un problema per l’aeroporto, arrivando al punto di provocarne la chiusura per qualche ora. Da quando non c’è più la discarica di Scarpino, a poche centinaia di metri dalle piste, si sono trasferiti in massa in altri luoghi. Quelli che restano sono sempre troppi ma per gli aerei non sono più preoccupanti. Il problema principale, a Genova e in altre località della Liguria, è quello dei cinghiali, pericolosi non solo per la mole e le zanne ma per il loro numero (nella foto Ansa/Luca Zennaro un cinghiale grufola nella “rumenta” in via Carso, a Genova). L’agosto scorso, ma i dati saranno simili nel 2016, secondo le stime dell’amministrazione regionale i cinghiali da abbattere erano più di 24mila. Causa principale della proliferazione di questi ungulati sono l’abbandono delle coltivazioni collinari e montane e l’abbondanza di rifiuti in città. La Liguria è la regione italiana con la maggior percentuale di superficie boscata, oltre il 73% secondo l’Inventario forestale Istat.
BOLOGNA
Vanno meglio che altrove le cose a Bologna, almeno a sentire l’assessore incaricato della Lotta al degrado sotto le due torri. Per quanto riguarda la presenza di ratti o altri animali pericolosi come i cinghiali “sono fenomeni isolati – spiega l’assessore Riccardo Malagoli – facciamo delle bonifiche periodiche per evitare qualsiasi emergenza ratti e attualmente abbiamo avvistato tre o quattro cinghiali ai Prati di Caprara, un’area militare dismessa chiusa e recintata in tutto il perimetro”. “Sul degrado a Bologna – spiega – possiamo senz’altro migliorare ma il resto d’Italia è messo molto peggio. La percezione del degrado da parte dei cittadini, invece, è alta e superiore ai dati effettivi. Stiamo lavorando per fare sempre meglio ma ci devono aiutare anche i cittadini con un maggiore senso civico perchè, ad esempio, è inutile installare isole interrate per i rifiuti se poi i gli utenti ammassano i rifiuti intorno alle isole anzichè usarle”.
COMACCHIO (FE)
I cittadini di Comacchio, secondo Repubblica in edicola oggi, sono quelli che convivono con più nutrie in Italia, grazie ai loro “4mila km di canali”. A testimoniarlo ci sarebbero “le dozzine di carcasse che si possono trovare spiaccicate ai bordi delle strade”, tanto da far dichiarare alla cittadina lo stato d’emergenza l’anno scorso. Nella sola Emilia Romagna ce ne sarebbero un milione, ma le stesse lamentele abitano in Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio. L’accusa che viene mossa loro è di erodere argini e canali e danneggiare i campi. “Eradicarle – spiega al quotidiano la veterinaria parmigiana Cristina Marchetti – è praticamente impossibile, e gli abbattimenti incentivano la proliferazione”. Animalisti e ambientalisti ritengono questi numeri gonfiati e sottostimano anche i danni che questi animali sarebbero in grado di provocare. Nel 2014 il castorino è stato declassato da fauna selvatica a “animale nocivo”, rendendo possibile ucciderle, seppur “pietosamente”: queste bestiole, infatti, non hanno predatori.
ROMA
Nei giorni scorsi una donna romana è stata morsa da un topo mentre si trovava su una panchina a Trastevere. Ne abbiamo scritto
qui su 24zampe, riportando anche i consigli dell’infettivologo su come agire in casi del genere. Ma
la Capitale da mesi vive assediata dal problema, anche mediatico, dei ratti, dei cinghiali e degli storni. La sindaca Virginia Raggi nei giorni scorsi si è recata a Tor Bella Monaca dopo che si è diffuso un allarme sull’invasione dei topi a seguito di un video del Corsera che mostrava i bambini che giocano a contare i topi vicino ai cassonetti. Il quotidiano romano Il Tempo, sempre la scorsa settimana, ha messo in copertina la lupa che allatta due roditori sotto il titolo “Il ratto di Roma”. Sempre il quotidiano romano oggi mette in prima pagina una foto di un gruppo di cinghiali che fanno colazione in mezzo ai cassonetti di via Cortina d’Ampezzo, nella capitale, e invoca ironicamente l’avvento di Obelix, l’eroe dei fumetti che mangiava gli ungulati. Nei mesi invernali, quando la città offre cibo, riparo e tepore alla fauna selvatica, gli alberi del Lungotevere ospitano colonie di storni che ricoprono di guano la strada causando incidenti, problemi igienici e inevitabili proteste dei cittadini. Ne abbiamo parlato
qui.
BARI
Branchi di cinghiali avvistati a più riprese nella nuova periferia di Bari, il quartiere Nuovo San Paolo, sorto nei pressi del Parco di Lama Balice. Gli ungulati si sono inoltrati fra i palazzi dell’area residenziale ed il Comitato di quartiere ha avvisato la Prefettura, per segnalare una situazione che si protrae da tempo. I cinghiali sono arrivati così vicini alle case percorrendo i corridoi ecologici del Parco. Gli avvistamenti avvengono generalmente di notte quando non c’è traffico perché i rumori spaventano gli animali facendoli tornare nelle zone interne dell’area protetta. I residenti lamentano ”una presenza ormai costante” dei cinghiali ed invocano un piano di selezione. La popolazione degli ungulati è un’emergenza nella zona dell’Alta Murgia, distante una ventina di chilometri, dove furono reintrodotti negli ambiti di caccia nei primi anni Duemila. Da pochi capi oggi sono migliaia mentre l’abbattimento selettivo non arriva al centinaio di esemplari ogni anno. Al comitato sono arrivate segnalazioni di persone che hanno incrociato gli animali a distanza ravvicinata e sono rimaste molto spaventate. A tal proposito il comitato dei nuovo San Paolo ha fatto appello ai residenti a ”non avvicinarsi troppo ai cinghiali avvistati” e di ”avvisare subito le forze dell’ordine”.
CATANIA
Giovanni Caruso, dell’associazione Gapa, denuncia le precarie condizioni igieniche di Catania: “Noi come associazione – spiega – operiamo nello storico quartiere di San Cristoforo, a soli 800 metri dal Palazzo di città, dove si possono trovare animali morti, frattaglie di animali scannati dal macello clandestino. Addirittura – denuncia Caruso- sono state trovate nei bidoni dell’immondizia carcasse intere o pezzi di cavalli morti dopo le corse clandestine così come pezzi di motorini nel grande bidone che c’era in via Belfiore vicino al mercato coperto. I topi poi sono la quotidianità…”.
PALERMO
Topi, scarafaggi, discariche a cielo aperto e cumuli di pattume per strada. Da un capo all’altro di Palermo sono tante le criticità segnalate da cittadini, associazioni e consiglieri comunali. Una “condizione di degrado” acuita dall’arrivo dell’estate e dalle alte temperature, che spinge il capogruppo di Comitati Civici a Sala delle Lapidi, Filippo Occhipinti, a lanciare una provocazione, invocando “l’intervento dell’esercito” per controllare il territorio. Nella zona che comprende la Fiera, via di collegamento per il Santuario di Santa Rosalia, il porto e l’aeroporto, i rifiuti del mercato ortofrutticolo fanno bella mostra di sé. “Nonostante le promesse del Comune – dice Occhipinti – resta una discarica a cielo aperto. Topi e scarafaggi la fanno da padrone”.
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AGGIORNAMENTO DELLE 22.30 – COLDIRETTI: #BASTACINGHALI, SONO PIU’ DI UN MILIONE
L’agricoltura sconta l’ incontrollata proliferazione degli animali selvatici, con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha probabilmente superato il milione, emergenza che arriva a toccare anche Roma. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della manifestazione di protesta di duemila agricoltori e allevatori ad Ancona, con l’hashtag #bastacinghiali. Negli ultimi dieci anni – sottolinea la Coldiretti – il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato e hanno superato il milione. La sicurezza nelle aree rurali e periurbane – denuncia la Coldiretti – è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono stati feriti e purtroppo anche vittime. Di fronte ai pericoli e ai danni provocati da cinghiali ma anche da nutrie, corvi ed altri animali selvatici, gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. Oltre a pretendere la necessaria tutela del proprio reddito a fronte di procedure certe di integrale risarcimento dei danni. (Ansa)
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AGGIORNAMENTO DEL 19 LUGLIO 2016 – PEDICA: ROMA, UNO ZOO A CIELO APERTO
“Non bastavano i topi davanti e i maiali davanti ai cassonetti della spazzatura. Adesso a Roma tornano di nuovo i cinghiali e il grande zoo a cielo aperto non chiude mai”. E’ quanto afferma in una nota Stefano Pedica del Pd. “Se lungo i marciapiedi del Trionfale ritornano a passeggiare i cinghiali in cerca di cibo tra i rifiuti – sottolinea Pedica – vuol dire che siamo davvero arrivati alla frutta. ll decoro non è piu’ di casa nella Capitale. È preoccupante tutto ciò perché l’immagine non è degna della città eterna. Raggi passi ai fatti e utilizzi tutte le forze che ha a disposizione per riportare il decoro in una città che non merita una simile umiliazione”.
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AGGIORNAMENTI DEL 20 LUGLIO – VENEZIA CONTRO TOPI E GABBIANI CAMBIA RACCOLTA RIFIUTI
Un nuovo piano di raccolta dei rifiuti per togliere i sacchi di immondizia dalle calli veneziane ed evitare l’assalto di topi e gabbiani. Il piano e’ stato avviato lo scorso settembre in un’area ristretta che va dalla Punta della Dogana al ponte dell’Accademia, spiega il direttore generale di Veritas Andrea Razzini, illustrando un progetto di allargamento in cinque fasi di qui al 2018, che dara’ modo di adattare il nuovo modello alle esigenze delle diverse aree del centro storico. Esigenze dettate da problemi logistici, abitudini degli abitanti e, soprattutto, abitudini degli animali. A preoccupare maggiormente sono infatti i gabbiani reali, che rendono impossibile lasciare i sacchi di rifiuti nelle calli in attesa dell’arrivo degli spazzini, perche’ rompono la plastica con il becco e trascinano fuori il contenuto, alla ricerca di cibo. Il nuovo piano prevede infatti che i sacchi di rifiuti non passino nemmeno un minuto per la strada. Gli spazzini suoneranno quotidianamente il campanello agli abitanti, che sporgeranno i sacchetti di rifiuti, ovviamente gia’ differenziati, direttamente dalla porta di casa. Nei condomini bastera’ invece aprire il portone e lasciare che gli spazzini recuperino i sacchi, che dovranno pero’ essere lasciati all’interno e non in calle, come avviene ora. E chi non potra’ essere in casa tra le 8 e le 11, orario in cui gli spazzini effettueranno il loro giro? Due cassonetti saranno lasciati per due ore al giorno davanti alle barche della raccolta rifiuti, che saranno ormeggiate in punti strategici della citta’. Il periodo di prova ha avuto ottimi risultati, tanto e’ vero che la percentuale di chi fa la raccolta differenziata nell’area interessata e’ passata dal 25% al 40%. Comunque poco, almeno rispetto al 53,75% di media fatto registrare dalla Citta’ Metropolitana di Venezia, che la rende prima in Italia tra le citta’ sopra i 200mila abitanti. Ma un risultato comunque considerevole, che fa capire che il risultato medio del centro storico, pari al 25% di abitanti che fanno la raccolta differenziata, non dipende da una minore sensibilita’ rispetto a chi vive in terraferma, dove si raggiungono picchi pari al 75,11%, ma da una oggettiva difficolta’ nella gestione della raccolta dei rifiuti. “Bisogna lavorare sul comportamento dei cittadini” continua l’assessore comunale all’ambiente Massimiliano De Martinis, “ma ci hanno gia’ dimostrato che quando gli viene data la possibilita’ di fare la raccolta differenziata in modo agevole si adattano velocemente”. Si deve poi tenere conto che “a Venezia ci sono 53mila abitanti e 22 milioni di turisti ogni anno”, ricorda l’assessore, e i cittadini di tutto il Comune “devono sobbarcarsi i costi del servizio anche per i turisti”. A proposito di costi, con il nuovo servizio, la raccolta dei rifiuti costera’ circa 27 centesimi di euro al giorno per ogni abitante del Comune di Venezia. Non una spesa eccessiva, sostiene Razzini, specie vista l’enorme presenza di turisti rispetto ai cittadini e viste le difficolta’ logistiche del centro storico veneziano. (Dire)