Valencia ha messo al bando la pratica del “bou embolat”, l’antica tradizione di scatenare per le strade tori imbizzarriti a causa di fuoco che viene fatto ardere sulle corna. Il sindaco della città spagnola, Joan Ribò, ha motivato il bando deciso venerdì sottolineando la crudeltà di questa tradizione che terrorizza i tori con l’applicazione sulle corna di boli di cera in fiamme o di mortaretti. Il consiglio municipale ha anche tagliato i finanziamenti per le corse dei tori e le scuole di toreri ma non ha bandito le corride. La maggioranza che sostiene il sindaco include il partito di sinistra Podemos. I conservatori del Partido Popular hanno criticato il bando definendolo una violazione del patrimonio culturale della città. La tradizione è conosciuta con il nome “bou embolat” in catalano e valenciano e con quello di “toro embolado” in spagnolo, ed è tipica dei festival delle città di tutta la Spagna. Negli ultimi anni i movimenti animalisti hanno iniziato a protestare con vigore contro la corrida e tutte le sue varianti, mettendo in crisi il modello tradizionale. Mercoledì il parlamento regionale della Castiglia-Leon aveva vietato l’uccisione del “Toro de la Vega”, una delle manifestazioni taurine spagnole più antiche e contestate, durante la quale l’animale viene inseguito dagli abitanti del villaggio di Tordesillas armati di lance e alla fine abbattuto. Una decisione controversa perchè, seppure il toro non venga più ucciso pubblicamente, lascia dei dubbi sull’esatto destino dell’animale nel “dietro le quinte”. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe. (foto Ap).