Un Piano per ridurre gli antibiotici negli allevamenti italiani. A chiederlo al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è una lettera di Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus, associazione no profit che lavora per la protezione e il benessere degli animali negli allevamenti. L’associazione è preoccupata del massiccio uso di queste sostanza e sul conseguente fenomeno di antibiotico-resistenza che minaccia la salute pubblica. Nel chiedere al Ministero dati trasparenti sull’uso di antibiotici negli allevamenti e sulle resistenze agli antibiotici, Pisapia ritiene necessario che si avvii con urgenza un piano di riduzione obbligatorio che vieti anche in alcune filiere l’uso degli antibiotici di importanza critica per l’uomo. Una posizione condivisa dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dal Parlamento Ue, che si sono espressi di recente in tal senso. Il Ciwf ricorda infatti che l’antibiotico-resistenza è riconosciuta dall’Oms come una seria minaccia per la salute pubblica, che potrebbe condurre nei prossimi anni ad un’era post-antibiotica nella quale semplici operazioni di chirurgia, infezioni comuni e lievi ferite potranno nuovamente uccidere, mietendo più vittime del cancro. Anche al Parlamento Europeo è stata approvata pochi giorni fa una risoluzione che indica il mandato negoziale con il Consiglio sulla proposta per aggiornare la normativa europea in materia di medicinali a uso veterinario. I deputati vogliono il divieto del trattamento antibiotico collettivo e preventivo degli animali, per contrastare la crescente resistenza degli antibiotici ai batteri, come salmonella e campylobacter: “E’ necessario limitare l’uso dei farmaci antimicrobici esistenti e sviluppare nuovi medicinali”, è l’indicazione di Bruxelles. Solo in Italia, secondo i dati della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, ogni anno muoiono fra 5mila e 7mila persone a causa dell’antiobiotico-resistenza, con un costo annuo superiore a cento milioni di euro. Tre le richieste dell’associazione al Ministro: presentare dati affidabili sul consumo di antibiotici e sulle resistenze agli antibiotici nelle diverse filiere, avviare un piano obbligatorio di riduzione del consumo di antibiotici per ridurne la resistenza e abolire l’uso sistematico e profilattico degli antibiotici, soprattutto negli allevamenti di polli, tacchini, conigli e suini.