Per la prima volta da decenni, in Sudafrica i danarosi cacciatori dalle tasche gonfie di dollari non possono più giocare al “big five”, dal momento che il paese ha imposto un divieto di caccia al leopardo per la stagione 2016. La messa al bando arriva dopo la sollevazione globale seguita all’uccisione di “Cecil the lion” in Zimbabwe da parte di un dentista americano. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe. Ma la decisione del governo sudafricano è dettata da ragioni scientifiche, non emotive: il ministro dell’Ambiente Edna Molewa, infatti, è una sostenitrice dell’industria della caccia grossa, che porta nelle casse del paese più sviluppato del Continente nero circa 410 milioni di dollari l’anno, cioè 6,2 miliardi di rand. Il leopardo è una delle cinque prede preferite dai cacciatori, con leone, rinoceronte, bufalo ed elefante: il “big five”, appunto.
L’Istituto per la biodiversità del Sudafrica (South African National Biodiversity Institute, Sanbi), ente di ricerca governativo, ha chiesto lo stop della caccia perchè il numero di leopardi liberi in natura non può essere stabilito con certezza. “C’è un dubbio sul conteggio, non si tratta di un bando permanente ma abbiamo bisogno di effettuare controlli più approfonditi prima di decidere le quote da destinare ai safari” ha detto all’agenzia Reuters John Donaldson, direttore del Sanbi. A causa delle abitudini di vita, notturne e riservate, il leopardo non è infatti un’animale semplice da tenere sotto controllo. “L’istituto – spiega Donaldson – acquisisce studi e numeri da diverse fonti di informazione, molte dei quali sono aree protette e parchi nazionali, non terreni privati”.
L’iniziativa preoccupa l’Associazione sudafricana dei cacciatori professionali (Professional Hunters Association of South Africa, Phasa), secondo la quale il Sanbi ha di fronte un’immagine incompleta. “Ci sono moltissimi esemplari di leopardo – sostiene Tharia Unwin, ad del Phasa – che vivono nelle proprietà private” e l’Associazione è pronta a fornire al governo i dati su questa presenza. Inoltre, il Sudafrica sta avendo grandi problemi di siccità e, sostiene Unwin, questo è un bene per la popolazione di leopardi, che trova più cibo a disposizione: le prede sono indebolite e più facili da catturare. Unwin lamenta che il costo di una battuta al leopardo si aggira intorno ai 20mila dollari e molti membri del Phasa, dopo lo stop governativo, hanno dovuto rimborsare i clienti che avevano prenotato. I cacciatori stranieri che richiedono il Big 5 sono prevalentemente americani e in Sudafrica cacciare leopardi, leoni, rinoceronti, bufali ed elefanti è legale dal 1980, quando è ripresa la caccia al rinoceronte bianco, la cui popolazione è in lento ma costante aumento.