AGGIORNAMENTO DELLE 21.40 – LE SENATRICI PD E FI CONTRO LA LEGGE TOSCANA
“La sensibilità riguardo il benessere animale è un sentimento che spesso riesce a superare le posizioni politiche e avvicinare mondi diversi. Come già affermato più volte siamo molto contrari alla soppressione degli ungulati in Toscana e già da tempo abbiamo proposto la sterilizzazione chimica come avviene in altri paesi europei”. Lo scrivono in una nota le senatrici Manuela Granaiola e Silvana Amati del Pd, Michela Brambilla (Fi) e Alberto Lenzi, coordinatore del Forum ‘benessere Animale‘ della Toscana, “Che la nostra posizione sia minoritaria nei rispettivi partiti non ci spaventa: 20 anni fa lo era quella dei sensibili al tema ambientalista. Il coraggio e la tenacia non ci manca e continueremo il nostro faticoso lavoro interno di sensibilizzazione nelle rispettive forze politiche”, concludono i firmatari.(Ansa)
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Un piano straordinario di abbattimenti, per ridurre il numero degli ungulati con particolare attenzione verso i cinghiali che potranno essere cacciati per tutto l’anno. E’ quanto prevede la legge obiettivo, approvata ieri, con cui la Regione Toscana ha “dichiarato guerra” agli ungulati, come caprioli, daini e cinghiali, che sono in sovrannumero causando ingenti danni all’agricoltura e all’ambiente. Il varo della legge, fortemente voluta dall’assessore toscano all’agricoltura Marco Remaschi, è arrivato dopo un lungo dibattito in Consiglio regionale che ha approvato la norma a maggioranza con i voti contrari di M5s e Sì Toscana a sinistra e l’astensione della Lega Nord. A seguire i lavori d’aula un gruppo di rappresentanti dei cacciatori e anche di animalisti che hanno avanzato critiche e hanno dato vita ad una campagna contro la legge da loro ribattezzata “ammazzacinghiali”, che – sostengono – rappresenta una “deregulation” a vantaggio di “cacciatori e armieri”. Su tutto il territorio toscano, è stato spiegato, si stimano circa 200 mila caprioli, 200 mila cinghiali, 8 mila daini e 4 mila cervi: una presenza quattro volte superiore rispetto alle altre regioni.
La legge toscana, definita in accordo con l’istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), consente una gestione speciale della caccia agli ungulati per proporzionare la presenza degli ungulati alle diverse caratteristiche del territorio regionale. Previsti poi percorsi di filiera e accordi con i centri di lavorazione delle carni per valorizzare il consumo in sicurezza di quelle dei capi abbattuti. Ai cacciatori sono richieste specifiche abilitazioni. Una legge di “buonsenso” l’ha definita l’assessore Remaschi perché la massiccia presenza di ungulati ha creato danni all’agricoltura per 2,9 milioni di euro nel 2015 che salgono a 12,6 milioni dal 2010. A questo, ha sottolineato l’assessore, “si aggiungano gli incidenti stradali che solo l’anno scorso sono stati 916, alcuni dei quali mortali”. In Toscana la presenza di ungulati è 4 volte superiore a quella nazionale. Si è parlato di deregulation della legge – ha concluso – ma questa legge va nel senso opposto perché vuole normare con precisione un problema, uscire dall’incerto, e omogeneizzare gli interventi”. La legge è stata definita “un’ottima notizia” anche dal sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo. (Ansa)