Un faretto difettoso provoca un incendio in un appartamento, la casa va a fuoco, la coppia che vi abita si salva per miracolo, ma il loro cane muore soffocato. A distanza di otto anni da quella vicenda, i proprietari dell’animale hanno ottenuto dal Tribunale civile di Treviso il riconoscimento dei danni “morali ed esistenziali” per la perdita dell’animale d’affezione, e la conseguente condanna della catena della grande distribuzione che aveva venduto la lampada difettosa, che dovrà risarcire la coppia con oltre 120 mila euro, compresi i danni materiali.
La sentenza è innovativa – gli animali domestici per il nostro ordinamento giuridico non sono soggetti di diritto ma beni mobili, “cose”, e non producono un danno morale se persi – ma non è la prima volta che la giustizia si pronuncia in tal senso. Nel marzo scorso, una sentenza della Corte d’appello di Roma ha condannato un veterinario che per negligenza ha causato la morte di un cane, riconoscendo al padrone il danno morale oltre che quello patrimoniale: ne abbiamo scritto qui su 24zampe.
“La nostra battaglia per far riconoscere anche il danno da perdita dell’animale d’affezione è vinta – ha detto il legale della coppia trevigiana, Nicola Todeschini – Non è una battaglia per il denaro, ma di principio, un principio secondo il quale non può essere indifferente, al diritto, l’investimento morale ed esistenziale che un essere umano compie nel rapporto con un animale“. I due avevano acquistato il faretto, di fabbricazione cinese, in un punto vendita della catena “Castorama”, poi assorbita dalla rete “Leroy Merlin”, e l’oggetto era stato riconosciuto malfunzionante da una perizia.
Una perizia successiva, ordinata dal Tribunale, aveva inoltre fatto cadere le ragioni della difesa della casa venditrice, secondo la quale i proprietari dell’appartamento incendiato – nel frattempo ricostruito, con il ricorso ad un mutuo – avrebbero lasciato uno spazio insufficiente fra un divano e la presa di corrente collegata al faretto.