Duemiladuecento trappole distrutte. Tordi, cince, fringuelli e pettirossi, insieme a una volpe e tre cinghiali, ritrovati morti dopo una lunga sofferenza. Si è conclusa così la prima parte del campo anti bracconaggio della Lipu in Sardegna per combattere la piaga dell’uccellagione il cui obiettivo è rifornire clandestinamente ristoranti e macellerie locali per la preparazione di piatti tipici natalizi. Per questo, fa appello il presidente Lipu, Fulvio Mamone Capria, «il più bel regalo di Natale che si possa fare è astenersi dal consumo delle `grive´ per le festività natalizie».
I volontari, che si sono avvalsi della nomina di ausiliari di polizia giudiziaria, hanno perlustrato per una settimana i vasti boschi di macchia mediterranea che ricoprono i Comuni di Assemini, Capoterra e Pula, in provincia di Cagliari. Zone ricche di cibo per migliaia di piccoli uccelli migratori, che affollano la vasta area nel periodo di svernamento fino a metà gennaio, e da febbraio per i migratori di passaggio diretti verso nord.
L’azione dei volontari Lipu ha portato alla distruzione di 1.400 trappole aeree posizionate sui rami degli alberi (nella foto di Lipu), 680 trappole a terra, 151 cavetti in acciaio per la cattura di ungulati e un laccio per gatti selvatici. Il materiale è stato consegnato alle stazioni di Capoterra e di Pula del Corpo forestale e vigilanza ambientale della Regione Sardegna. Durante il campo i volontari della Lipu hanno inoltre smantellato 40 punti di cattura dove hanno ritrovato pezzi di animali come teste e ali di uccelli, dilaniati dalle micidiali trappole, tra cui una testa di torcicollo.
«Nel complesso siamo soddisfatti di quanto abbiamo realizzato in questa prima parte – ha detto Gigliola Magliocco, coordinatrice del campo Lipu – il passaggio dei tordi è stato ancora debole, e dunque molti sentieri, oggi ancora in fase di allestimento, entreranno in funzione non appena la migrazione si intensificherà. Proprio per questo motivo la Lipu organizza altre due settimane di campo nei mesi di gennaio e febbraio del prossimo anno. Un ringraziamento – conclude Magliocco – va al Corpo forestale sardo che ha confermato il proprio impegno e rinnovato la sensibilità per combattere questo fenomeno che, purtroppo, è ancora molto radicato in alcune zone del cagliaritano». (Kronos)