Venduti vivi o fatti a pezzi. Sui mercati clandestini raggiungono prezzi stellari quelli che una volta erano animali liberi. Sradicati dal loro habitat, diventano tristi animali da compagnia. Uccisi dai bracconieri, vengono trasformati in souvenir, pellicce, trofei. Il traffico illegale di vita selvatica muove un giro d’affari di 23 miliardi di dollari l’anno, secondo le ultime, arricchendo persone senza scrupoli, con legami nella criminalità organizzata e il terrorismo. Tra le vittime anche tanti cuccioli di elefanti, orsi polari, oranghi scampati al massacro ma rimasti orfani: sono loro i protagonisti della nuova campagna del Wwf (“adotta un cucciolo”) in vista del Natale. Ci sono Aida, l’elefantina di Dzanga Shanga; Germano, lupo del Molise; Noè, cucciolo di orso polare; Kendar il tigrotto di Kanha; Baim il piccolo orango salvato nel Borneo.
I primati, in particolare, sono una specie di cui non rimangono in natura che poche migliaia di individui. Un paio di giorni fa la buona notizia, dei 14 oranghi sottratti al commercio illegale di fauna selvatica e restituiti dal governo thailandese all’Indonesia, loro paese di origine, sull’Isola di Sumatra (nella foto Reuters, alcuni di quegli esemplari). Ne abbiamo parlato qui su 24zampe. Una “bella testimonianza di una proficua collaborazione bilaterale sul fronte della lotta al bracconaggio nel contesto del Sudest asiatico”, commenta il Wwf. Per una storia a lieto fine, tante altre ben più drammatiche. L’associazione ambientalista sottolinea che “la sopravvivenza degli oranghi è quotidianamente messa a rischio dal bracconaggio e dalla deforestazione”. Nell’ultima Annual Conference il Wwf ha dichiarato il Borneo uno dei fronti più drammatici di deforestazione a livello planetario. Solo l’Isola di Sumatra ha perso in meno di 25 anni quasi il 50% delle foreste e, più in generale, si ritiene che l’80% dell’habitat degli oranghi sia andato letteralmente in fumo negli ultimi 20 anni.
Nel 2015 il Wwf – che nei prossimi giorni lancerà un nuovo report con i dati del bracconaggio di specie a rischio nel mondo – ha rinforzato l’impegno contro il bracconaggio e il commercio illegale di cuccioli di orango. “I piccoli di questa specie, sottratti alle madri che si fanno uccidere per difendere i propri cuccioli, vengono commerciati illegalmente come animali da compagnia. In realtà malattie, stress o depressione per la perdita della madre, condannano frequentemente alla morte queste innocenti creature che tanto ci assomigliano”, evidenzia l’associazione ambientalista. Il sequestro di animali vittime di bracconaggio, “così come il rogo dell’avorio o la distruzione di pelli confiscate devono dimostrare a tutti -rilevano dal Wwf- che l’illegalità non paga e che la comunità internazionale ha l’obbligo fermare con durezza i trafficanti internazionali di specie selvatiche protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie in pericolo (Cites)”.