AGGIORNAMENTO DEL 27 OTTOBRE 2015 – ZIMBABWE: UCCISI ALTRI 22 ELEFANTI CON IL CIANURO
Una nuova strage di elefanti nel parco di Hwange in Zimbabwe. Sono 62 gli esemplari uccisi con il cianuro solo nell’ultimo mese: “Sospettiamo siano stati i bracconieri”, ha detto la portavoce del parco, Caroline Washaya-Moyo. I ranger hanno trovato le carcasse di 22 elefanti, altre 40 erano state trovate poche settimane fa. In quasi tutti i casi, gli animali sono stati avvelenati con il cianuro iniettato nelle arance. “Non sappiamo ancora a quanti siano state tolte le zanne”, che con il loro avorio hanno un altissimo valore economico. Si tratta di un mercato, insieme a quello dei corni di rinoceronti, pellami e legnami protetti che nel complesso il Wwf ha stimato alimenti un giro d’affari a livello mondiale di 23 miliardi di dollari l’anno, ovvero il quarto dopo quello della droga, delle armi e degli esseri umani. E non c’è solo questo: la strage continua degli elefanti mette a rischio l’intera specie. Le organizzazioni denunciano che “se non si fermeranno i bracconieri” fra dieci anni gran parte degli esemplari africani “scompariranno”. Su 24zampe abbiamo nei giorni scorsi registrato l’appello contro il bracconaggio e il commercio di fauna selvatica in Africa del principe William, nelle vesti di presidente della United for Wildlife, qui.
Il parco di Hwange, che si estende per quasi 15mila chilometri quadrati e vanta una delle più alte concentrazioni di grandi animali dell’Africa e forse di tutto il mondo, è già stato teatro di un vero e proprio massacro. Nel 2013 furono oltre 200 gli elefanti avvelenati, altri 100 furono uccisi in altre riserve del Paese. Sempre con la stessa modalità, il veleno nelle arance. Ignoti i responsabili. Lo scorso anno, cinque persone accusate di aver contaminato con il cianuro le pozze d’acqua nella riserva Ngamo Safaris sono state condannate al carcere, con pene tra i 4 e i 14 anni. Ma il pugno duro della giustizia secondo molti non basta. La portavoce di Hwange spera di avere un aiuto concreto dai cani addestrati arrivati dal Sud Africa e soprattutto dai droni, che potrebbero garantire un maggiore controllo sull’immenso territorio del parco. Gli elefanti sono presi di mira non solo in Zimbabwe ma in molti altri Paesi africani: in Mozambico negli ultimi 5 anni i bracconieri hanno ucciso la metà dei 20mila esemplari presenti, mentre in Tanzania tra il 2009 e il 2014 la popolazione è drammaticamente precipitata da 109mila a 43mila esemplari. (Ansa)
AGGIORNAMENTO: UCCISO IN ZIMBABWE IL PIU’ GROSSO ELEFANTE DEL PARCO NAZIONALE
Dopo l’uccisione, nel luglio scorso, del leone Cecil, un altro animale-simbolo e’ stato abbattuto da un cacciatore occidentale in un parco nazionale dello Zimbabwe. Questa volta si tratta di un elefante, il piu’ grosso mai visto prima nella zona, sostengono alcuni esperti di safari. La battuta di caccia e’ avvenuta lo scorso 8 ottobre vicino al Parco Nazionale Gonarezhou, nel sud del Paese.
Il cacciatore e’ un tedesco che ha pagato 60 mila dollari per poter uccidere il grosso animale. L’uomo e’ stato accompagnato per 21 giorni da un esperto del luogo, conosciuto per trovare ai clienti i grossi mammiferi da abbattere. L’immagine (pubblicata dal quotidiano The Telegraph), ha suscitato le ire degli animalisti. Lo scatto, realizzato subito dopo la caccia, mostra il grosso pachiderma, forse ancora agonizzante, accovacciato per terra con la testa eretta e le lunghe zanne che arrivano a terra. Su una zampa e’ seduta la guida locale che si congratula con il suo cliente, il quale imbraccia fiero il fucile.
Ambientalisti e operatori dei safari organizzati hanno espresso la loro indignazione per l’accaduto e hanno affermato che, proprio dall’esame sulla lunghezza delle zanne, l’elefante era l’esemplare piu’ grosso che si vedeva da oltre 30 anni. La sua eta’ e’ stata stimata tra i 40 e i 60 anni. Una cosa e’ certa: il grosso animale non era del luogo e si ipotizza che abbia attraversato il Sud Africa, in quanto non vi e’ alcun confine tra il parco nazionale di Gonarezhou e quello sudafricano Kruger.
«Non abbiamo alcun controllo sul bracconaggio – ha affermato Anthony Kaschula, che gestisce una societa’ di safari fotografici – ma possiamo preservare questi grossi mammiferi che sicuramente valgono piu’ da vivi che da morti». I parchi nazionali dello Zimbabwe hanno chiesto pene piu’ severe per i bracconieri, dopo la scoperta la settimana scorsa di 26 carcasse di pachiderma, avvelenati con cianuro in due zone diverse nel Parco nazionale di Hwange. (Agi)
POST ORIGINALE
Proseguono gli avvelenamenti di elefanti nello Zimbabwe da parte dei bracconieri. I ranger del parco nazionale di Hwange hanno infatti rinvenuto i corpi di altri 26 esemplari, morti in seguito all’ingestione di cianuro. Nello stesso parco la settimana scorsa erano stati uccisi 11 elefanti, mentre altri 3 delitti erano avvenuti in un altro parco della nazione africana, il Matusadona. In tutti i casi, gli elefanti hanno ingerito cianuro, messo dai bracconieri nelle arance o nei lecca-lecca di sale per animali. Obiettivo è impossessarsi delle zanne, che hanno un alto valore economico sul mercato nero asiatico.
Per cercare di fermare il commercio illegale di avorio africano nei giorni scorsi il principe William, Duca di Cambridge, secondo in linea di successione al trono del Regno Unito, è intervenuto sul Financial Times in qualità di presidente della United for Wildlife. Il suo appello a Cina e Usa perchè si faccia di tutto per bloccare il traffico illecito dall’Africa di avorio e corni di rinoceronti è stato accolto dal presidente cinese Xi Jinping che ieri mattina ha annunciato una messa al bando di un anno dell’import di avorio africano proveniente dalla caccia. Su 24zampe ne abbiamo parlato qui. Inoltre in Tanzania, pochi giorni fa, è stata arrestata una donna cinese, Yang Feng Glan, 66 anni, definita dagli inquirenti la “regina dell’avorio”, ne abbiamo parlato qui.
L’avvelenamento degli elefanti non è un fenomeno nuovo nello Zimbabwe. Nel 2013 sono stati 300 gli esemplari uccisi con la stessa metodologia nel parco di Hwange. Il cianuro è ampiamente usato nell’industria mineraria del Paese, ed è quindi facile da reperire. Gli elefanti sono presi di mira in diversi Stati africani, dal Kenya al Mozambico, dove negli ultimi 5 anni i bracconieri hanno ucciso la metà dei 20mila esemplari presenti, fino alla Tanzania, che tra il 2009 e il 2014 ha visto la popolazione passare da 109mila a 43mila esemplari.