Comunicato della Lav: Nel corso della festa dell’Unità tenutasi a Milano, il 6 settembre si è creata una vera e propria alleanza per la distruzione dell’ambiente: cacciatori a braccetto con Legambiente e Federparchi, tutti uniti con l’obiettivo di far entrare i cacciatori nei parchi nazionali. L’idea lanciata dal palco della festa nazionale del PD, è quella di uccidere gli animali selvatici che vivono nei parchi, per trasformarli in merce da avviare ai mercati nazionali: un’idea aberrante che viola in un sol colpo almeno due leggi dello Stato, quella sui parchi e quella sulla tutela degli animali selvatici.“Utilizzando il pretesto della tutela della biodiversità viene proposta l’apertura ai fucili dei cacciatori e alla loro passione sanguinaria, delle zone a più alto valore ecologico del nostro Paese – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali selvatici – una proposta aberrante e anticostituzionale, che se dovesse essere attuata procurerà la morte di migliaia di animali e la definitiva sparizione dei parchi, intesi come ambiti di tutela dell’ambiente a beneficio di tutti i cittadini”.Sul tanto sbandierato problema dei supposti danni procurati all’agricoltura dagli ungulati e in particolare dai cinghiali, le istituzioni e i privati continuano da tempo una prepotente campagna mediatica che propone quale unica soluzione lo sterminio degli animali da parte dei cacciatori. Dimenticando che sono proprio le politiche di caccia e i ripopolamenti la causa del problema e, nello stesso tempo, i cacciatori coloro che traggono vantaggio dall’esistenza – reale o presupposta – di tali danni. I cacciatori non hanno alcun interesse a risolvere questo problema, perché se improvvisamente i danni dovessero ridursi o addirittura azzerarsi, non sarebbe più richiesto il loro intervento. Se poi la proposta di cacciatori-Legambiente-Federparchi dovesse divenire realtà, le ragioni per non risolvere il problema aumenterebbero ulteriormente. L’inserimento dei cinghiali nella filiera alimentare comporterebbe infatti un indubbio vantaggio economico per i cacciatori, vantaggio garantito solo dal permanere dei cinghiali e dei danni a loro imputati.I cacciatori sono i responsabili diretti e conclamati dell’importazione nel nostro Paese di una razza di cinghiali proveniente dall’est Europa. Animali molto più grandi e prolifici di quelli nazionali, che hanno rapidamente preso il predominio del territorio, determinando i danni all’agricoltura oggi utilizzati come giustificazione al loro massacro. E’ quindi sui cacciatori che devono ricadere le misure che puntano alla riduzione dei danni procurati all’agricoltura, non agli incolpevoli cinghiali.“Per questo motivo chiediamo al Governo che per almeno un anno il gettito fiscale proveniente dalle licenze di caccia venga messo a disposizione degli istituti che stanno predisponendo il vaccino che controlla la fertilità degli animali- prosegue Vitturi – la caccia non è la soluzione, perché legata a molteplici interessi personali, primi fra tutti quelli dei cacciatori”. “Siamo d’accordo con Legambiente quando afferma la necessità di lasciare spazio d’azione alla scienza – conclude Vitturi – proprio per questo riteniamo che il controllo della fertilità degli animali sia l’unica strada percorribile. Il grilletto dei micidiali fucili dei cacciatori è mosso unicamente dalla loro passione sanguinaria, totalmente distaccata da qualsiasi criterio di scientificità”.
Emergenza cinghiali, Realacci a Galletti: “Serve un commissario” ma per la Lav “Vogliono promuovere il massacro degli animali”
Comunicato della Lav: Nel corso della festa dell’Unità tenutasi a Milano, il 6 settembre si è creata una vera e propria alleanza per la distruzione dell’ambiente: cacciatori a braccetto con Legambiente e Federparchi, tutti uniti con l’obiettivo di far entrare i cacciatori nei parchi nazionali. L’idea lanciata dal palco della festa nazionale del PD, è quella di uccidere gli animali selvatici che vivono nei parchi, per trasformarli in merce da avviare ai mercati nazionali: un’idea aberrante che viola in un sol colpo almeno due leggi dello Stato, quella sui parchi e quella sulla tutela degli animali selvatici.“Utilizzando il pretesto della tutela della biodiversità viene proposta l’apertura ai fucili dei cacciatori e alla loro passione sanguinaria, delle zone a più alto valore ecologico del nostro Paese – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali selvatici – una proposta aberrante e anticostituzionale, che se dovesse essere attuata procurerà la morte di migliaia di animali e la definitiva sparizione dei parchi, intesi come ambiti di tutela dell’ambiente a beneficio di tutti i cittadini”.Sul tanto sbandierato problema dei supposti danni procurati all’agricoltura dagli ungulati e in particolare dai cinghiali, le istituzioni e i privati continuano da tempo una prepotente campagna mediatica che propone quale unica soluzione lo sterminio degli animali da parte dei cacciatori. Dimenticando che sono proprio le politiche di caccia e i ripopolamenti la causa del problema e, nello stesso tempo, i cacciatori coloro che traggono vantaggio dall’esistenza – reale o presupposta – di tali danni. I cacciatori non hanno alcun interesse a risolvere questo problema, perché se improvvisamente i danni dovessero ridursi o addirittura azzerarsi, non sarebbe più richiesto il loro intervento. Se poi la proposta di cacciatori-Legambiente-Federparchi dovesse divenire realtà, le ragioni per non risolvere il problema aumenterebbero ulteriormente. L’inserimento dei cinghiali nella filiera alimentare comporterebbe infatti un indubbio vantaggio economico per i cacciatori, vantaggio garantito solo dal permanere dei cinghiali e dei danni a loro imputati.I cacciatori sono i responsabili diretti e conclamati dell’importazione nel nostro Paese di una razza di cinghiali proveniente dall’est Europa. Animali molto più grandi e prolifici di quelli nazionali, che hanno rapidamente preso il predominio del territorio, determinando i danni all’agricoltura oggi utilizzati come giustificazione al loro massacro. E’ quindi sui cacciatori che devono ricadere le misure che puntano alla riduzione dei danni procurati all’agricoltura, non agli incolpevoli cinghiali.“Per questo motivo chiediamo al Governo che per almeno un anno il gettito fiscale proveniente dalle licenze di caccia venga messo a disposizione degli istituti che stanno predisponendo il vaccino che controlla la fertilità degli animali- prosegue Vitturi – la caccia non è la soluzione, perché legata a molteplici interessi personali, primi fra tutti quelli dei cacciatori”. “Siamo d’accordo con Legambiente quando afferma la necessità di lasciare spazio d’azione alla scienza – conclude Vitturi – proprio per questo riteniamo che il controllo della fertilità degli animali sia l’unica strada percorribile. Il grilletto dei micidiali fucili dei cacciatori è mosso unicamente dalla loro passione sanguinaria, totalmente distaccata da qualsiasi criterio di scientificità”.