Novemila ovili sardi sotto la lente per misurare il benessere degli animali. Da circa un mese i tecnici dell’Associazione Regionale Allevatori della Sardegna stanno sperimentando una scheda di monitoraggio che “misura” scientificamente il benessere degli animali. Si tratta di un innovativo quanto ambizioso progetto realizzato dalla stessa Aras in collaborazione con l’Agenzia Laore con il quale si stanno mettendo in pratica le direttive della Commissione europea elaborando indici misurabili del benessere animale che saranno poi utilizzati nei programmi di controllo e monitoraggio condotti negli allevamenti per garantire standard di salute e benessere e permettere il controllo delle malattie.
Dopo gli enormi passi in avanti compiuti nell’ultimo decennio, «con i quali si sono raggiunti livelli importanti per il benessere degli ovini, in particolare, con effetti straordinari sulla qualità dei prodotti», ricorda il presidente dell’Aras Sandro Lasi, si continua dunque a studiare e mettere in pratica nuove metodologie con la Sardegna ancora una volta all’avanguardia nel settore ovicaprino.
“Si tratta di un nuovo approccio per il benessere degli animali – spiegano Maria Pina Mele e Chicco Argiolas componenti dell’equipe dell’Aras che ha partecipato all’elaborazione delle scheda -. Fino a ieri, come richiedeva la legislazione sulla protezione degli animali, ci si basava sulla valutazione dei fattori esterni che possono influire sul benessere dell’animale”. “Adesso invece – aggiungono – il metodo è capovolto, poniamo al centro l’animale per conoscere le sue risposte a questi stessi fattori esterni: lo spazio a disposizione per il materiale da lettiera, le pratiche di gestione dell’animale in azienda, come e quando l’animale è alimentato, le procedure di svezzamento ed altri parametri”.
In questo modo si misura lo stato effettivo del benessere degli animali e si comprendono oltre che gli effetti dell’ambiente, le modalità di gestione, perché il benessere degli animali destinati alla produzione alimentare dipende in larga parte proprio dalle pratiche gestionali da parte dell’uomo. Nell’ambito di questo lavoro l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha già pubblicato due pareri scientifici: uno riferito ai bovini da latte e l’altro ai suini, e l’Aras ambisce ad essere tra i precursori e gli ideatori, a livello comunitario, degli indicatori del benessere animale ovicaprino che saranno poi utilizzati anche per il futuro.
In pratica nella scheda di monitoraggio “on farm”, si raccoglieranno dati aziendali e strutturali di tutte le aziende ovicaprine: “Da luglio i nostri tecnici – spiega il direttore dell’Aras Marino Contu – hanno cominciato a visitare i circa 9mila ovili interessati dai quali raccoglieremo una serie di dati che ci consentiranno poi di valutare le criticità su cui intervenire, anche con misure studiate ad hoc nel nuovo Psr”.
“Stiamo parlando dei dati anagrafici (superficie aziendale, numero di animali, personale ecc.), delle strutture (metri quadri ecc. su stalle, locali di mungitura, sala di attesa), del management (frequenza controllo animali, svezzamento, percentuale pecore partorite ecc.), del controllo ambientale dei ricoveri (illuminazione, coibentazione del tetto, ventilazione ecc.), dell’alimentazione e dell’acqua (conservazione alimenti, controllo valori urea nel latte ecc.), della manutenzione degli impianti e attrezzature, aspetti igienico sanitari (presenza barriere per vettori animali, patologie ricorrenti ecc.). Aspetti – conclude il direttore Contu – sui quali i nostri pastori sono già all’avanguardia ma che cercheremo insieme di migliorare ulteriormente”.