AGGIORNAMENTO DELLE 18.30
LA RISPOSTA DI ENPA: VELOCITA’ ECCESSIVA E STRADE INSICURE
“E’ l’elevata velocita’ degli autoveicoli, unita ad una inesistente messa in sicurezza del territorio e delle strade, a causare impatti con gli animali selvatici. Naturalmente, siamo addolorati per la persona deceduta nell’Aquilano in un incidente stradale che ha coinvolto un cinghiale, tuttavia questo tragico fatto dimostra l’urgenza di prevedere sulle nostre strade, specie quelle all’interno di parchi e boschi, dispositivi (quali autovelox e dossi) finalizzati a limitare la velocita’ di marcia degli autoveicoli”. Lo dichiara l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) commentando l’ennesimo allarme, lanciato questa volta da Coldiretti, sulla presunta pericolosita’ dei cinghiali, che “e’ bene chiarirlo – dice l’associazione onlus – non provano alcun `divertimento´ nell’essere investiti”.
Infatti, secondo l’Enpa, “questo nuovo fatto di cronaca diventa il pretesto per una nuova caccia alle streghe, l’ennesima”. “Eppure il modo per affrontare il presunto problema in modo incruento ed efficace c’e’, ed e’ noto persino al governo che ha gia’, con le sue risoluzioni, stabilito come gli abbattimenti non servano a nulla”. E’ infatti con la messa in sicurezza delle strade, spiega l’Enpa, con l’applicazione dei metodi ecologici prioritari per legge, con le recinzioni e soprattutto con una analisi razionale della situazione che si puo’ affrontare il tema.
“Se Coldiretti vuole avanzare proposte realmente risolutive – sostiene l’Enpa – dovrebbe prendere posizione contro i ripopolamenti venatori, che causano gravi danni all’agricoltura e squilibri all’ecosistema, anziche’ proporre ancora una volta inutili abbattimenti”. Ma per l’Ente nazionale protezione animali “e’ anche necessario avere contezza delle esatte dimensioni del fenomeno con i censimenti delle popolazioni, obbligatori per legge, realizzati da istituti scientifici di chiara autorevolezza e non con stime, spesso approssimative”.
POST ORIGINALE DELLE 16.07
Incidente stradale nell’aquilano tra un’auto e un cinghiale, in cui un 39enne ha perso la vita. “L’escalation – afferma la Coldiretti – dei danni, degli incidenti e delle aggressioni, che hanno causato purtroppo anche vittime, e’ il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici, con il numero dei cinghiali in Italia che quest’anno ha probabilmente superato il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città”. Negli ultimi dieci anni “il numero dei cinghiali presenti in Italia e’ praticamente raddoppiato: secondo l’Ispra, sul territorio nazionale sarebbero stati presenti non meno di 600mila cinghiali nel 2005, per passare a 900mila nel 2010 e ora nel 2015 sono oltre il milione”.
UN PERICOLO PER L’AGRICOLTURA
“La sicurezza nelle aree rurali e periurbane – spiega l’organizzazione agricola – e’ in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali, che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade, dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime”.
“Di fronte al moltiplicarsi – aggiunge la Coldiretti – dei danni causati da cinghiali ma anche nutrie, corvi e altri animali selvatici, gli agricoltori chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. E’ stato anche elaborato un documento di base, sul quale si e’ avviato un proficuo confronto con Legambiente, che costituisce una prima proposta da approfondire e che rappresenta – conclude – l’avvio di un comune percorso di lavoro per arrivare a una piu’ efficace e ampia analisi degli interventi finalizzati a organizzare forme di programmazione di lungo periodo”.
LOMBARDIA, 500 INCIDENTI STRADALI L’ANNO CAUSATI DA FAUNA SELVATICA
Cinquecento incidenti stradali ogni anno e quasi 7 assalti ai campi ogni giorno. E’ questo il conto al ribasso – dice la Coldiretti Lombardia – dei danni causati dalla fauna selvatica fra la Valtellina e il Po, per un conto totale di due milioni di euro che potrebbe anche raddoppiare se si dovesse tenere conto degli episodi non denunciati. “Ormai non e’ piu’ solo un problema degli agricoltori, ma di sicurezza sociale” afferma Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, “quest’anno nel Bresciano un anziano agricoltore e’ stato caricato e ucciso da un cinghiale che stava tentando di scacciare dal proprio campo”.
In Lombardia, secondo stime della Coldiretti regionale i cinghiali rappresentano quasi il 27 per cento del totale dei danni. Mentre gli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica sono passati da 41 a 500. La classifica delle province piu’ colpite vede al primo posto Brescia con 342 incursioni, Pavia 176, Bergamo 147, Lecco 94, Varese 80, Como 65, Sondrio 25, Milano 17, Lodi 4, Cremona 2. Coldiretti Lombardia ha presentato alla Regione una serie di proposte che vanno dalle misure di prevenzione (recinzione, trappole, prodotti repulsivi e animali da guardia) a quelle di contenimento e abbattimento controllato.
IN VENETO E’ ANCHE EMERGENZA NUTRIE
Via libera alla lotta alle nutrie, il roditore originario del Sud America che tanti danni causa a colture e corsi d’acqua del Veneto. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanita’ Luca Coletto di concerto con l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan, ha dato le direttive ai Comuni per disciplinare la caccia alla specie infestante.
“In base alla nuova normativa nazionale – spiega Pan – le nutrie non sono piu’ considerate fauna selvatica, e quindi controllabile solo con piani di abbattimento selettivo predisposti dalle Province, ma sono state riconosciute ‘specie nociva’, alla stregua di altri animali infestanti e dannosi, come topi e talpe. La gestione del problema passa quindi ai Comuni, che ora possono impiegare tutti gli strumenti consentiti per eliminare questi animali, che rappresentano un grave pericolo per le produzioni agricole, l’incolumita’ pubblica, la circolazione stradale e la tenuta arginale dei corsi d’acqua”.