Il palangaro con meno ami salva i pesci ma scontenta i pescasportivi

Alla Camera dei deputati oggi si è parlato di pesca con il palangaro. Un parlamentare ligure, Luca Pastorino di +Europa, si è fatto portatore degli interessi di circa 2 milioni di pescatori sportivi e al Question time ha protestato con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per la limitazione appena introdotta che riduce il sistema del palangaro da 200 ami a soli 50. La misura “è stata condivisa con il Comando generale della Capitaneria di porto e il Cnr” e tali enti – ha risposto il ministro – “hanno più volte evidenziato come, nonostante vigesse il limite per i pescatori sportivi dei cinque chilogrammi di cattura, l’utilizzo del sistema del palangaro con 200 ami determinasse troppo spesso il superamento dei predetti limiti”. “La misura tecnica è corretta perché tutela la legalità ed è ampiamente condivisa dalle associazioni di categoria. Il provvedimento va incontro anche alle richieste dei pescatori professionali dotati di regolare licenza che negli ultimi anni sono stati sottoposti a grandi pressioni normative da parte dell’Unione europea” ha spiegato il ministro.

PER GLI ANIMALISTI OSA “CON 200 AMI MUOIONO TROPPI PESCI”

Secondo l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) il sistema a 200 ami causa “la morte di troppi animali, almeno legalmente non utilizzabili per l’alimentazione. Il ministro, nella – forse per la prima volta in vita sua – figura di difensore della natura, ha fatto capire come spesso molti pescasportivi vendano l’eccesso di pescato a pescherie e ristoranti compiacenti: danneggiando quindi economicamente i pescatori professionisti (ecco lo scopo della sua azione). OSA ricorda che i pescatori sportivi possono già pescare praticamente ovunque in mare, anche nei porti, e utilizzare, oltre a sei canne da pesca contemporaneamente, anche strumenti professionali, come le nasse e, appunto, i palangari”. Con un ottimismo tipicamente ligure, OSA conclude: “Non meraviglierebbe se, entro breve tempo, il provvedimento venisse ‘rimangiato’ e, per salvare la faccia, si riducessero gli ami di ben poco (da 200 a 199?). Nel frattempo il mare muore ed il 62% delle specie marine, molte delle quali finiscono nei palangari della pescasportiva, è al limite dell’estinzione. Ma a chi importa?”.

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