Allarme per Chianti e Brunello: nel senese i caprioli minacciano i vigneti

I caprioli stanno mettendo a rischio la produzione dei grandi vini senesi. A lanciare l’allarme è l’Unione provinciale agricoltori di Siena che, in una nota, spiega che “in questo periodo è ripartito lo sviluppo vegetativo della vite e i germogli sono preda ovunque dei caprioli”. Le zone maggiormente colpite sono quelle di Montalcino, Montepulciano, San Gimignano e il territorio del Chianti dove “nel 2017 sono stati accertati danni da capriolo per oltre 3600 quintali di uva e per un equivalente pari a circa a 290mila euro”, dichiara il direttore di Upa Siena, Gianluca Cavicchioli, che sottolinea come questa cifra “ci fa temere seriamente che non possa essere neanche coperta dagli indennizzi. Una situazione che rischia di minare la produzione e l’indotto di quei vini che sono anche ambasciatori della qualità enogastronomica di Siena e della Toscana nel mondo”. Il problema era già emerso qualche anno fa con i cinghiali e nel 2016 il New York Times vi ha dedicato un servizio. Nello stesso anno Avito, l’associazione che riunisce tutti i consorzi vinicoli della Toscana, ha chiesto alla Regione di applicare concretamente la legge regionale per il contenimento degli ungulati. La stessa richiesta è fatta oggi per i caprioli: “Sono necessarie misure di carattere straordinario se si vuole evitare il flagello dei nostri vini; mi riferisco principalmente ai prelievi in controllo del capriolo nei vigneti oggetto di danneggiamento nei mesi di aprile e maggio, la stessa misura già attuata per i cinghiali e prevista nella legge obiettivo della Regione Toscana”, conclude il presidente di Upa Siena, Giuseppe Bicocchi.

  • Emilio Verdiani |

    Il problema sicuramente esiste sia per il cinghiale che per il capriolo. Ovviamente non è individuabile un’unica causa ma ne possiamo ricordare un paio che sicuramente hanno inciso ed incidono sull’aumento dei danni ai vigneti: La legge regionale obbiettivo che doveva portare ad una drastica diminuzione degli ungulati, cinghiale inparticolare, ma che non ha dato assulutamente i risultati sperati. La caccia al capirolo che tenendo conto dei periodi biologici he ha fatto abbassare i piani di prelievo di quasi l 50%. I risultati sono evidenti.

  • Emilio Verdiani |

    Il problema sicuramente esiste sia per il cinghiale che per il capriolo. Ovviamente non è individuabile un’unica causa ma ne possiamo ricordare un paio che sicuramente hanno inciso ed incidono sull’aumento dei danni ai vigneti: La legge regionale obbiettivo che doveva portare ad una drastica diminuzione degli ungulati, cinghiale inparticolare, ma che non ha dato assulutamente i risultati sperati. La caccia al capirolo che tenendo conto dei periodi biologici he ha fatto abbassare i piani di prelievo di quasi l 50%. I risultati sono evidenti.

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