La carcassa di un lupo grigio italiano, appesa con le zampe posteriore alla pensilina di una fermata dell’autobus, è stata ritrovata questa mattina all’alba intorno alle 6.45 circa, a Coriano – nel Riminese – nella frazione di Ospedaletto, in via Montescudo. Per le indagini sono intervenuti i Carabinieri di Riccione, che hanno trovato l’animale senza vita ma ancora sanguinante. A scoprire il corpo dell’animale sono stati alcuni ragazzini che stavano andando a scuola e che hanno dato l’allarme. Quello che in un primo momento sembrava un colpo mortale al collo, forse di fucile, non si è poi rivelato tale: il lupo sarebbe stato catturato e poi finito con un attrezzo a mano. I Carabinieri di Coriano e quelli del gruppo Carabinieri Forestale di Rimini hanno rimosso il corpo (nella foto sopra) e l’hanno portato al Servizio Veterinario, dove dopo una prima accurata visita è stato disposto l’invio all’Istituto Zooprofilattico per certificare la causa della morte e quant’altro possa essere utile alle indagini. Dai primi accertamenti è emerso che l’animale presenta il cranio fracassato, con numerosi fori nella testa che potrebbero essere i segni di una uccisione procurata con colpi di badile o forcone. Forse il lupo è caduto in trappola e poi è stato finito. Secondo i veterinari non ci sarebbero evidenti segni di perforazioni da proiettili ma soltanto le successive analisi potranno dare maggiori riscontri.
LA REAZIONE ANIMALISTA
Per l’associazione Enpa, anche in questo caso di Rimini “stiamo assistendo a una carneficina che ha chiare responsabilità politiche: il ministro Galletti, già sostenitore della possibilità di uccidere per deroga i lupi, e l’esecutivo, ma anche quelle Regioni, Toscana e Trentino in primis, che soffiano sul fuoco dell’intolleranza e che alimentano una campagna di odio e di menzogne contro i selvatici”. Non è infatti il primo caso di un lupo ucciso e poi barbaramente esposto. “Sono mesi che insieme a centinaia di migliaia di italiani chiediamo l’approvazione del Piano Nazionale di Conservazione del Lupo, ‘depurato’ da ogni possibilità di uccisione, ma finora né il ministro dell’Ambiente né l’esecutivo hanno mosso un dito”, denuncia la Protezione animali che rivolge un accorato appello al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, governatore proprio dell’Emilia Romagna, affinché si adoperi per l’approvazione del piano escludendo categoricamente ogni possibilità di uccidere gli animali. L’Ente Nazionale Protezione Animali chiede il riconoscimento dello stato di calamità per i lupi e per tutti i selvatici.
GLI INQUIRENTI CERCANO TESTIMONIANZE
I Carabinieri di Coriano e della Forestale stanno seguendo alcune tracce e valutando diverse ipotesi investigative senza scartare nessun indizio. E’ stato anche lanciato un appello per esortare le testimonianze di chi avesse qualche particolare da riferire utile a individuare il colpevole del vigliacco atto barbarico che possono essere rese mettendosi in contatto con il 112 o con il 1515. Non sarebbe la prima volta che si trovano animali morti nella zona. Infatti in prossimità dell’alto corso del fiume Marano, che costituisce un naturale corridoio ecologico di collegamento con le aree montane e collinari a maggiore naturalità e quelle pianeggianti, sono state rinvenute le carcasse di due esemplari maschi di lupo morti a causa dei traumi da investimento di auto. Secondo i Carabinieri della Forestale gli esemplari, tutti giovani maschi, sono probabilmente provenienti dalle zone montane del Monte Carpegna e del Sasso Simone che, seguendo le prede (per lo più cinghiali) scendono verso valle, in ambienti estremamente urbanizzati e insidiosi, dove trovano la morte.
I CASI PRECEDENTI
Negli ultimi tempi, inoltre, ci sono stati altri casi, lungo la dorsale appenninica, simili a quello di Coriano. A metà ottobre è stato trovato ucciso un esemplare di lupo a Pergola, nel pesarese, ne abbiamo scritto qui su 24zampe. A fine aprile un altro lupo, ucciso e scuoiato, è stato appeso a un cartello stradale nel livornese, nel territorio del comune di Suvereto all’incrocio con la strada che porta a Monterotondo. Ne abbiamo scritto qui. Un mese dopo, ancora un esemplare di lupo impiccato a Rieti: appeso a un albero con un cartello che sembrava attribuire il gesto ad allevatori delusi dai controlli e dalla burocrazia delle istituzioni: “Mangiato pecore e vitelli e non abbiamo ricevuto rimborso”. Qui su 24zampe.