Bestiario associativo. I cacciatori: “Serve Polizia del territorio”, Enpa in difesa del Corpo Forestale, Anmvi e terrorismo alimentare

ASSOCIAZIONI VENATORIE: CACCIA, SERVE UNA POLIZIA DEL TERRITORIO
«La preoccupazione che deriva dal superamento dei Corpi di Polizia provinciali, costituiti per essere impegnati nella lotta al bracconaggio e alle frodi che riguardano la protezione degli animali selvatici, dei pesci, dei boschi, ma anche alla sicurezza di donne e uomini che, nelle campagne, risiedono e producono risorse insostituibili per l’economia del Paese, e’ forte tra quanti vivono correttamente la natura e, tra questi, i cacciatori». Cosi’ in una nota Le associazioni venatorie italiane FIdC, Enalcaccia, ANUUMigratoristi, Arci Caccia, Eps e il Cncn tornano sul tema della sicurezza e della tutela di un patrimonio quale e’ la campagna del Bel Paese. «Tutti, dai media ai politici – si legge ancora nel comunicato – richiamano l’importanza ed il valore del nostro paesaggio, l’importanza della lotta all’inquinamento e all’aggressione del suolo al fine di offrire una migliore Italia agli occhi del mondo, per l’oggi e per il futuro, e in contraddizione con queste affermazioni, scompare la Polizia Provinciale». Le associazioni venatorie «segnalano fermamente l’esigenza che le Istituzioni, nazionali e regionali, trovino rapidamente un punto d’intesa omogeneo affinche’ le Regioni recuperino le energie di questa `polizia del territorio´ e le mettano a disposizione (con specifiche competenze) delle Province, ancorche’ enti di secondo grado, auspicando anche in piena armonia con gli Enti di gestione faunistica: Atc, Ca, Aree protette». Nel comunicato si assicura che «le guardie volontarie delle associazioni venatorie sono pronte, come sempre, a dare il loro contributo al lavoro del personale che sara’ destinato alla vigilanza ambientale delle Regioni. Anche noi – concludono le associazioni – vogliamo concorrere fattivamente ad una maggiore sicurezza e a dare serenita’ a tutti e in particolare a coloro che vivono od operano nei paesi e nelle campagne. (Agi)

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ENPA: SE SOPPRESSO IL CORPO FORESTALE, AMBIENTE IN MANO ALLE ZOO-ECOMAFIE

«Dopo che il Governo avrà di fatto sancito la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, con i decreti legislativi in itinere, chi andrà a recuperare il pitone abbandonato dal suo “proprietario” all’interno di un cassonetto condominiale? Chi, come fa di routine il Noa, andrà nelle valli del Bresciano a fare prevenzione contro il bracconaggio e la strage dei pettirossi? E ancora, chi, come il Nirda, farà opera di contrasto ai maltrattamenti sugli animali?» Così la consigliera nazionale dell’Enpa, Annamaria Procacci, intervenuta oggi ad un incontro con la stampa, promosso dalle sigle sindacali del Corpo Forestale dello Stato per spiegare il loro no al possibile assorbimento nell’Arma dei Carabinieri. «Tutti noi ringraziamo l’Arma dei Carabinieri per il quotidiano, prezioso impegno a difesa della legalità – prosegue Procacci – ma il Corpo Forestale dello Stato, con il Noa (Nucleo Operativo Antibracconaggio) e con il Nirda (Nucleo Investigativo per i Reati a Danno degli Animali), solo per citarne alcuni, ha una specificità e una esperienza di prevenzione e di controllo ambientale che devono essere preservate e valorizzate nell’interesse della collettività intera, non soltanto degli animali e dell’ambiente. Temi, questi, ai quali la società italiana, così profondamente cambiata negli ultimi anni, è diventata particolarmente sensibile. Il Governo dunque tenga conto di tale cambiamento e lo assecondi». Dal resto, secondo l’Enpa, è incomprensibile che, proprio nel momento in cui l’Europa inizia a serrare i ranghi contro i reati ambientali (nel 2008 L’UE ha emanato una direttiva per la repressione penale di tali delitti) e che alla vigilia del grande piano d’azione europeo contro il bracconaggio (partirà nel 2016), il governo Italiano si appresti a cancellare l’unico Corpo, insieme alla Polizia Provinciale, specializzato nella tutela ambientale. Dimenticando, evidentemente, che il nostro Paese è uno snodo fondamentale per le Zoomafie e per i traffici illegali di animali, protetti e non. «Noi – conclude la consigliera di Enpa – abbiamo il diritto di esigere che vengano assicurati il diritto all’ambiente e il diritto alla sua protezione». (Comunicato Enpa)

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ANMVI: IL TERRORE NEL PIATTO E’ IL PRINCIPALE NEMICO DELLA SALUTE

Disprezzare il cibo e creare allarmi non dovrebbe più essere considerato etico nè responsabile. “Cogliamo l’occasione della giornata mondiale dell’alimentazione – dichiara Marco Melosi, Presidente Anmvi – per incoraggiare una svolta etica e responsabile all’insegna dell’eredità morale che Expo sta per lasciarci: rispettare gli alimenti e restituire serenità al rapporto con il cibo, anziché farne motivo di conflittualità sociale disorientando i comportamenti nutrizionali dei cittadini. E’ paradossale – aggiunge Melosi – che dopo avere raggiunto una disponibilità alimentare senza precedenti nella Storia – fino al paradosso dello spreco – si facciano largo ondate di terrorismo alimentare che avvelenano uno dei gesti  più alti e importanti per l’umanità, cioè nutrirsi e nutrire”. L’Anmvi ricorda che sotto il clamore degli scandali alimentari, veri e presunti, migliaia di Medici Veterinari, liberi professionisti e dirigenti del SSN, sono impegnati a garantire che i prodotti alimentari di origine animale siano sicuri e provengano da animali in salute. Al loro lavoro quotidiano si affianca una incessante attività di aggiornamento scientifico e legislativo, a supporto di una filiera che tiene in piedi l’economia italiana e buona parte dell’occupazione. E’ un sistema integrato al servizio di una società che ha il privilegio e il piacere di alimentarsi ogni giorno con sicurezza e qualità. Ma che sembra averlo dimenticato. I consumatori hanno il diritto di sapere e di capire. Sono invece bombardati da messaggi di tono terroristico, che spargono diffidenza, cifre e convinzioni scientificamente infondate sugli alimenti, fintamente disinteressate, che annichiliscono la vera conoscenza. Un intero patrimonio di studi, di ricerche e conquiste della medicina veterinaria non trova spazio nell’informazione e non arriva ad una società che resta preda degli allarmismi, disorientata, che non ha più un autentico rapporto culturale con il cibo, ma solo quello inquinato dalla disinformazione. Il rischio è di alterare comportamenti alimentari sani sotto l’influenza di fobie e diffidenze indotte e ingannevoli. (Comunicato Anmvi)