“Invece di avere come prospettiva l’abolizione della caccia, si continuano a consentire deroghe ai cacciatori”. Lo afferma Lorenzo Moreschi, coordinatore del circolo Sel Litorale Romano esprimendo la “più netta contrarietà riguardo il provvedimento mediante cui la Regione Lazio sancisce la riapertura della stagione di caccia prevista per le giornate del 2 e del 6 settembre 2015”.
“Il decreto – spiega – prevede che si possano cacciare cinque specie di uccelli in un periodo dell’anno caratterizzato dalle migrazioni e da individui che, ancora giovani, dipendono dalle cure parentali. Tutto ciò nonostante le direttive europee, recepite dallo Stato Italiano, vietino categoricamente l’esercizio dell’attività venatoria in particolari periodi. È assurdo che la Regione Lazio permetta questa vera e propria forma di violenza nei confronti della natura in un territorio in cui, negli ultimi anni, si è verificata peraltro un’impennata di reati penali ai danni della natura e dell’ambiente legati proprio alla caccia”.
“Riteniamo inoltre – prosegue Moreschi – che tale decisione non sia in alcun modo motivabile dall’impatto dell’avifauna sull’agricoltura. Come dimostrato da recenti studi di settore l’abbattimento di fauna selvatica non produce gli effetti desiderati nella mitigazione del danno risultando in diversi casi controproducente”. “Siamo convinti – conclude – che l’impegno della politica debba essere volto da una parte alla prevenzione mediante una gestione delle dinamiche di popolazione che rifiuti categoricamente un ulteriore consumo di suolo, tanto nelle città quanto nelle campagne e dall’altra a sostenere e rinforzare quegli organi preposti al controllo e alla tutela dell’ambiente”.