La fuga veloce, come l’uso di sassi o bastoni, sono invece controproducenti, perché accentuano nell’orsa la sensazione di pericolo e prolungano, quindi, l’atteggiamento di “falso attacco”. L’eventualità di incontrare gli orsi da vicino, di per sé molto rara, può essere ulteriormente ridotta facendo rumore, quando ci si muove in bosco.
Si ricorda, infine, che è assolutamente inopportuno, fortemente dannoso per gli animali e vietato dalla legge, molestare la fauna selvatica seguendola in auto, fornendole cibo per attirarla o semplicemente per alimentarla. Ciò vale ancora di più nel caso di orse accompagnate dai propri piccoli.
Per eventuali approfondimenti, si rimanda all’opuscolo informativo pubblicato sul sito orso del Servizio Foreste e Fauna (http://www.orso.provincia.tn.it/binary/pat_orso/materiale_informativo/Come_comportarsi_nelle_aree_di_presenza_dell_orso.1431595311.pdf).
“Quella della nascita di sette cuccioli di orso rappresenta un’ottima notizia che, tuttavia, non cancella e non nasconde i timori più volte espressi dall’Ente nazionale protezione animali per il futuro dei plantigradi, appartenenti tra l’altro a una specie particolarmente protetta”. Così l’Enpa in una nota, dopo che è stata diffusa dalla Provincia autonoma di Trento la notizia di sette nuove cucciolate. “Le nostre preoccupazioni – prosegue l’Enpa – derivano da una lunga e tragica casistica di esemplari uccisi, ‘dispersi’, catturati e reclusi soltanto perché ritenuti ‘problematici’, in un contesto di crescente allarme per la tutela della biodiversità anche da parte di moltissimi cittadini. In questo scenario – spiega Andrea Brutti, dell’ufficio fauna selvatica dell’Enpa – la vicenda di Daniza è assurta a simbolo, ma non si tratta purtroppo di un episodio isolato”, in riferimento all’orsa morta alla fine della scorsa estate, durante un tentativo di cattura con sedazione.