AGGIORNAMENTO IN CODA: LA SCOMPARSA DI JAI
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POST ORIGINALE
Ci sono oltre 200 “tiger farm” in Asia che allevano e tengono in cattività, spesso per il commercio illegale, tra le 7 e le 8 mila tigri, circa il doppio degli esemplari che vivono allo stato selvatico e sono minacciati da estinzione. Lo ricorda il Wwf in occasione della Giornata mondiale delle Tigri, che ricorre oggi, chiedendo la chiusura di questi centri e fondi per riallocare i felini “in gabbia”. Operazione, spiegano gli attivisti, “che aiuterebbe a raggiungere l’ambizioso obiettivo di raddoppiare il numero di tigri allo stato selvatico entro il 2022”. “Le immagini shock del Tempio delle Tigri thailandese con i cuccioli congelati e pronti per essere venduti illegalmente sono una chiara prova di ciò che si nasconde dietro alle ‘tiger farm'”, rimarca Michael Blazer, guida della campagna per le tigri del Wwf. Simili centri di allevamento, denuncia l’associazione, sono aumentati in Asia a tassi preoccupanti negli ultimi 15 anni. Nei giorni scorsi anche World Animal Protection aveva denunciato il business illegale di tigri, in particolare in Thailandia: nelle “tiger farm” del Paese vivono in cattività e spesso in pessime condizioni oltre 800 esemplari di questi grandi felini ad uso dei turisti e dei loro “selfie”. Secondo i dati citati dal Wwf si stima che la popolazione selvatica sia di 3.900 tigri, dai 3.200 del 2010. Pochi mesi fa, sui media di tutto il mondo, campeggiava la notizia che, per la prima volta da cent’anni, era tornato a crescere il numero delle tigri in natura, ne abbiamo scritto qui. Ma guai ad abbassare la guardia. Il rischio per le diverse specie, infatti, resta alto, con la minaccia estinzione possibile entro cinque anni senza dovute contromisure di conservazione. “Ci troviamo nel bel mezzo della sesta estinzione di massa delle specie animali“, ha detto Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona) che ospita una coppia di tigri siberiane.
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AGGIORNAMENTO DELLE 16.45
DA TRE MESI E’ SCOMPARSA JAI, LA TIGRE-SIMBOLO DELL’INDIA
È in corso una grande operazione di ricerca in India, dove è scomparsa la tigre più famosa del Paese e milioni di fan sono preoccupati per la sorte del felino, Jai, sparito tre mesi fa. La tigre, che prende il nome del personaggio interpretato dalla superstar di Bollywood Amitabh Bachchan nel blockbuster del 1975 “Sholay”, è balzata alla gloria tre anni fa al termine di un epico viaggio tra villaggi, fiumi e pericolose autostrade alla ricerca, coronata dal successo, di una campagna. Amato da turisti e animalisti, il gattone di 250 chili e sette anni di età, è scomparso il 18 aprile dalla riserva naturale di Umred Karhandla, dove vive. Le autorità dello stato del Maharashtra hanno lanciato un colossale caccia, nella speranza di ritrovare l’animale entro oggi, la Giornata internazionale della tigre, ma non hanno alcuna idea di dove sia finita. “Può essersi spostata all’interno della foresta o può aver trovato una nuova compagna, ma non abbiamo informazioni al momento” ha detto M.S Reddy, un espero di tigri che collabora alle ricerche. I ranger dicono che hanno cominciato a preoccuparsi della sorte di Jai quando il suo collare elettronico ha smesso di trasmettere tre mesi fa, mentre gli avvistamenti da parte dei turisti si sono esauriti. Lo stato offre 50mila rupie (poco meno di 700 euro) in cambio di informazioni su Jai, una piccola fortuna per centinaia di contadini impegnati nella ricerca. Da giorni la stampa indiana lancia ipotesi sulla sorte dell animale e qualche giornale riferisce di avvistamenti, mai confermati. Nel distretto di Nagpur, dove Jai vive, i locali hanno tenuto un pooja, una cerimonia, per pregare perchè il felino venga ritrovato sano e salvo. Si ritiene che Jai abbia contribuito sia al turismo sia alla ripopolazione delle tigri indiane. “Ha dato la paternità a più di 20 cuccioli e ha aiutato l’economia locale, attirando turisti” dice Rohit Karoo, un animalista che coordina le ricerche. “La perdita di una tigre così maestosa sarebbe grave per l’India”. L’India ospita circa 2.200 tigri, il 70% della popolazione globale di una specie seriamente minacciata di estinzione. Secondo alcuni Jai potrebbe essere stato ferito nelle lotta con un’altra tigre, ucciso dai bracconieri o semplicemente si sarebbe ammalato. Ma Karoo nega: “non credo gli sia successo nulla, è un maschio dominante ed è capace di viaggiare per centinaia di chilometri”. (Asca-Afp)