Ieri si sono inaugurati due locali, nel mondo, dedicati agli animali. Due storie diverse da due paesi diversi. Tra loro e da noi. A Tokyo, in Giappone, ha aperto l'”Harry hedgehog cafe“, dove una ventina di ricci si lasciano coccolare dalla clientela che li può anche acquistare, scegliendoli da un’apposita lista, quella dell’inquietante “riccio del giorno” (nella foto sotto Reuters/Thomas Peter. Nella foto sopra, avventrici si scattano selfie con un riccio giapponese, sinistra, e un cane americano, a destra). A Los Angeles, negli Usa, ha servito la sua prima diet coke “The dog cafe“, una sorta di bar-canile dove, volendo, si possono adottare i cani, anch’essi simpaticamente messi in lista, qui. Due piccoli esempi di quanto siano profonde le differenze di condizione degli animali tra le culture. In Giappone i ricci (harinezumi, da cui Harry), considerati alle nostre latitudini animali selvatici e protetti, sono “pets”, cioè animali domestici. Negli Usa, secondo la legge, ogni anno milioni di cani (e i gatti) randagi che non vengono adottati in tempi relativamente brevi, vengono soppressi, “euthanized” dicono loro, per mezzo di iniezione letale o in camera a gas.
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