Da metà giugno ad oggi sono oltre 50 le tartarughe marine di piccole e piccolissime dimensioni si sono spiaggiate lungo la costa dell’Adriatico, con una maggiore concentrazione lungo le coste di Veneto, Emilia-Romagna e Istria. La stima è della Fondazione Cetacea, che forma un gruppo di studio per approfondire il fenomeno. Le tartarughe, che misurano dai 10 ai 40 centimetri di carapace, sono arrivate ai Centri di Recupero in condizioni per lo più drammatiche, fortemente debilitate, anemiche e ricoperte di balani (epibionti detti anche “denti di cane”). I casi sono riconducibili alla sintomatologia della tartaruga affetta da Dts, un acronimo che in italiano sta per “sindrome della tartaruga debilitata”.
LO STUDIO DEL MICROBIOTA DELLA TARTARUGHE
Fondazione Cetacea e il gruppo del professor Marco Candela (Unità di Scienze e tecnologie dei microbioti dell’Università di Bologna) che da diversi anni collaborano nello studio del microbiota delle tartarughe e degli ecosistemi marini e costieri, per studiare le conseguenze della pressione antropica su di essi, stanno collaborando con diverse realtà lungo le due sponde dell’Adriatico per raccogliere il maggior numero di campioni e informazioni e per indagare il fenomeno in maniera complessa e multidisciplinare. Contemporaneamente i veterinari e le biologhe del Centro di recupero cura e riabilitazione di Riccione si stanno confrontando con i colleghi degli altri centri di recupero sui casi clinici e i protocolli di cura applicati: una task force multidisciplinare per comprendere il fenomeno e, per quanto possibile, intervenire sulle cause. (Ansa)
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