“Cani bancomat”: domenica l’inchiesta di Report Rai3 su Enci

Domani, domenica 5 gennaio, alle 20.30 su Rai 3 e RaiPlay, la trasmissione di giornalismo d’inchiesta Report, condotta da Sigfrido Ranucci, apre con “Cani bancomat” (qui il link). Il servizio, firmato da Giulia Innocenzi (nella foto sopra), racconta ombre di doping, pedigree sospettati di essere falsi, cani ibridati potenzialmente pericolosi. È quello che sembra nascondersi dietro i cani di razza di Enci, l’ente nazionale della cinofilia italiana, unico ente che può rilasciare i pedigree in Italia. Sotto la lente di ingrandimento anche i rapporti con la politica: l’alleata politica principale dell’ente è Michela Vittoria Brambilla, impegnata, nella sua attività da parlamentare animalista e da presidente di Leidaa, a fare adottare i cani dai canili, ma che, nelle vesti di conduttrice televisiva di “Dalla parte degli animali”, promuove i cani di razza. Un doppio ruolo che, secondo Innocenzi, potrebbe prestare il fianco a un conflitto di interessi. Dalle anticipazioni di Report, risulterebbero due contratti nel 2021 e nel 2024 dell’ente presieduto da Dino Muto con la trasmissione Mediaset da 240 e 220mila euro.

LE ALTRE INCHIESTE
A seguire, con ‘Capolavori clandestini’ di Manuele Bonaccorsi, si scopre che alcune opere d’arte possedute da Gianni Agnelli potrebbero aver lasciato il territorio nazionale senza autorizzazione. Poi, con ‘La canonica liberata’ di Danilo Procaccianti, si torna a parlare della canonica della chiesa di San Biagio ai Taffettanari, due anni dopo che ‘Report’ ne aveva scoperto l’occupazione abusiva da parte di una famiglia malavitosa. ‘La rana che conquistò il lago’ di Rosamaria Aquino, racconta Punta San Vigilio sul Lago di Garda, sito di interesse artistico, storico e architettonico, acquistata da Giovanni Rana. Chi vigila sui vincoli che hanno mantenuto quel luogo intatto nei secoli? Per concludere Lab Report con ‘Gli smemorati’ di Chiara De Luca. In provincia di Vicenza sull’altopiano dei Sette Comuni, un luogo unico per storia e bellezza, il Sacrario di Asiago, monumento della Prima Guerra, da giugno 2023 è chiuso al pubblico.

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AGGIORNAMENTI DEL 7 GENNAIO 2025

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VACCARI (PD): FARE CHIAREZZA SUL RUOLO DI ENCI

“Fare immediata chiarezza sull’Enci, l’Ente della cinofilia italiana al quale lo Stato ha affidato la tenuta dei libri genealogici delle razze canine. Il ministero dell’Agricoltura è chiamato a vigilare sull’attività dell’Ente, ma, nonostante le denunce che in più occasioni sono state presentate da soci Enci sulle criticità emerse inerenti il libro genealogico, e portate all’attenzione del Ministero, non è stata presa alcuna decisione. Si tratterebbe di ben 400 pedigree falsi ai quali, ora, vanno aggiunte le clamorose rivelazioni avvenute attraverso l’inchiesta della trasmissione Report dal titolo ‘Cani Bancomat’ su come vengono spesi i soldi dell’Enci e sulle inadeguate operazioni di controllo degli allevamenti”. Così, in una nota Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera. “Secondo la ricostruzione del programma di inchiesta – aggiunge – sarebbero emerse ombre di doping, pedigree sospettati di essere falsi, cani ibridati potenzialmente pericolosi. Nel servizio è emerso che all’interno dell’Enci vigerebbe un sistema complessivo di distrazione degli scopi istituzionali per il conseguimento di utilità personali e particolari che nulla hanno a che fare con la cinofilia”. “L’Enci – prosegue – avrebbe inoltre stipulato un contratto del valore di diverse centinaia di migliaia di euro, per scopi di pubblicità istituzionale non ben definita riferibile alla trasmissione sulle reti Mediaset condotta dall’onorevole Michela Brambilla. Per questo, insieme ai parlamentari Pd della Commissione Agricoltura della Camera, Forattini, Marino, Romeo e Rossi ho presentato una specifica interrogazione al Ministro Lollobrigida stante l’onere della vigilanza sull’Enci che spetta al suo Dicastero, per sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati e quali siano le sue valutazioni in merito; se il Rapporto sull’inquinamento del Libro genealogico dell’Enci sia stato preso in esame dal Ministero e, se sì, quali conclusioni sono state tratte e quali azioni saranno intraprese a tutela del patrimonio zootecnico Italiano e della stragrande maggioranza di allevatori e cinofili; se il ministro non valuti opportuno prendere in considerazione l’ipotesi del commissariamento dell’Enci vista la gravità delle inadempienze rilevate nelle funzioni proprie di controllo dell’ente”. “Venga dunque il ministro a riferire in Parlamento – conclude – e lo faccia con grande urgenza vista la gravità dei fatti contestati”. (Ansa)

ZANELLA (AVS): INTERROGAZIONE A LOLLOBRIGIDA SU ENCI

“Abbiamo presentato un’interrogazione al ministro Lollobrigida, insieme al collega Devis Dori, nostro Capogruppo in Commissione Giustizia, sul caso sollevato dalla trasmissione televisiva Report e che riguarda il finanziamento dell’Enci, l’Ente nazionale cinofilia italiana. Questo organismo, molto vicino agli ambienti politici della destra, sembrerebbe per nulla interessato a garantire i controlli sui pedigree dei cani ibridi, come dimostra anche il caso degli cani lupi cecoslovacchi che hanno sbranato una donna perché sono stati incrociati con i lupi selvatici e pertanto sono molto aggressivi. Inoltre, l’Enci non monitora il doping che fanno ai cani di razza durante le manifestazioni per aumentare le loro prestazioni. Tutto ciò mentre elargisce soldi per sostenere le attività della deputata Brambilla che promuove, tra l’altro, l’Enci stesso”. E’ quanto rende noto in un comunicato la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella. (Ansa)

LA SEGNALAZIONE DI CARAMIELLO (M5S)

“Ha dell’incredibile ciò che sta accadendo presso l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, motivo per cui ho segnalato il caso alla TV di Stato, consegnando alla trasmissione Rai “Report” – che stasera tratterà la questione – e ad altri organi di stampa una fitta documentazione che getterà luce sulla gestione opaca di quest’organo vigilato dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Andrebbe anche chiarito il motivo per cui l’ENCI, storico feudo del centrodestra, ha finanziato con quasi mezzo milione di euro un programma televisivo condotto dall’On. Brambilla, che dovrebbe guidare un intergruppo sugli animali ma in Parlamento non ha mai osteggiato i suoi colleghi amici delle associazioni venatorie e a favore della caccia. Perché pagare la politica quando queste risorse potrebbero essere usate veramente per tutelare gli animali? Ci sono interessi che ci sfuggono? Come ho riportato all’interno di un’interrogazione parlamentare già depositata, questo ente dovrebbe essere senza scopo di lucro, eppure è arrivato a registrare un flusso di cassa in entrata di 50 milioni di euro, entrate che hanno solleticato molti interessi e che un ex dipendente ENCI ha già denunciato agli organi competenti”. Lo scrive in una nota Alessandro Caramiello, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura alla Camera.  “A titolo di esempio – prosegue Caramiello -, nel corpo degli esperti giudici del libro genealogico dei cani di razza, una realtà attorno a cui girano cospicue somme di denaro, sembrerebbero esserci soggetti destinatari di esposti in sede disciplinare, denunce e sentenze di condanna in sede penale per importazione clandestina di cuccioli dall’estero e per maltrattamento e conseguente morte di animali. Attività che sembrano anche aver interessato alcuni ambienti criminali esteri, attratti dai flussi di denaro. Delle due l’una: o il ministro, pur conoscendo queste criticità, non ha mosso un dito, oppure i consiglieri di collegamento con il ministero, e in particolare il rappresentante di Lollobrigida in quota Lega, ha omesso di relazionare il ministro a proposito del clima torbido che attanaglia l’ENCI, omettendogli la visione delle numerose denunce che interessano l’ente. E in tal caso questi soggetti andrebbero rimossi. Nell’interrogazione parlamentare ho quindi invitato il ministro Lollobrigida a promuovere un’attività ispettiva al fine di verificare eventuali fattispecie illecite e presunte responsabilità omissive da parte dei membri della struttura dirigenziale competente e valutando la possibilità di sollevarli dall’incarico” conclude Caramiello. (askanews)
 

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