Roma, vespe sterminano le api sul tetto del ministero. Presto nuovi alveari

Durante le vacanze estive l’alveare voluto dal ministro Francesco Lollobrigida sul tetto del ministero dell’Agricoltura a Roma è stato attaccato da sciami di vespe orientalis e calabroni e le circa 50mila api sono state sterminate. Nei prossimi giorni, le due colonie dell’apiario Masaf saranno reintegrate con api italiane. Lo assicura la FAI-Federazione Apicoltori Italiani, che, con specifica convenzione, ha in carico la gestione degli alveari ospitati nella sede di via XX settembre. L’alveare è composto da tre arnie ed era la prima e più elevata installazione italiana di api in una sede istituzionale nazionale. Parte del Progetto ApinCitta’, era anche il primo apiario della storia del ministero dell’Agricoltura e aveva finalità preziose: impollinare, biomonitorare e mappare la biodiversità di un ampio quadrante della Capitale. Era stato inaugurato il 19 maggio dello scorso anno per la Giornata mondiale delle Api (che è il 20).

GLI ALVEARI REINTEGRATI CON API ITALIANE

“In Italia e in Europa – spiega la Fai in una nota – si stanno diffondendo, già da diversi anni, molti predatori delle api mellifere e gli attacchi agli alveari, sia nelle zone rurali sia negli ambienti urbani, risultano sempre più frequenti specie nel periodo di massimo innalzamento delle temperature. Il caso recente del Masaf, sebbene abbia richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica per la collocazione istituzionale di tale postazione, è di fatto il ricorrente scenario dinanzi al quale si trovano gli apicoltori, anche professionali, impotenti dinanzi a tali predatori e bisognosi quindi di procedere, a proprie spese, al reintegro delle famiglie distrutte da questo vorace calabrone”. Le colonie verranno reintegrate con api italiane (Apis mellifera ligustica, Spinola 1806), la sottospecie che la vigente legislazione tutela grazie alla legge n. 313/2004 per la Disciplina dell’Apicoltura.

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AGGIORNAMENTO DELL’11 SETTEMBRE 2024 – TORNATE LE API

Le api tornano sul tetto del Masaf. Lo ha annunciato il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, insieme al presidente della Fai-Federazione apicoltori italiani, Raffaele Cirone, in un video postato sul suo profilo Facebook. “Da questa mattina dall’alba, con il presidente della Fai-Federazione apicoltori italiani, stiamo dando vita nuovamente all’alveare. Questo apiario straordinario oggi è tornato a vivere”. L’alveare, composto da tre arnie, era stato sistemato sul tetto del Masaf, in via XX Settembre a Roma, lo scorso anno per celebrare la Giornata mondiale delle Api che ricorre il 20 maggio, ma durante l’estate era stato attaccato da sciami di vespe orientalis e calabroni e le api erano state sterminate. Circa 50mila esemplari. La triste scoperta però era stata fatta solo qualche giorno fa, al rientro dei dipendenti del Ministero dalle ferie. E ieri, poi, la notizia era stata riportata da diversi siti internet. Già oggi “non sono mancati i primi attacchi degli aggressori, ovvero vespe e calabroni, che quando possiamo eliminiamo”, ha precisato il ministro. “Questo non è un problema degli alveari del ministero dell’agricoltura – ha aggiunto Cirone – è un problema degli apicoltori italiani e degli apicoltori europei. I predatori, in questo caso, i calabroni e vespe orientalis a Roma sono diffusi e voraci nel momento di massimo caldo, perché il loro sviluppo biologico presuppone grosso apporto di alimentazione e le api sono buone ma soprattutto sono ricche di proteine, di massa muscolare, ed è questo che il calabrone cerca”. “Le api vanno reintegrate” e “cominceremo un’opera di graduale sperimentazione di quelli che sono i sistemi di difesa e di trappolaggio. Niente chimica”, ha assicurato Cirone, ma “trappole che attirano i calabroni e li distruggono. Non demorderemo – ha aggiunto Lollobrigida – di fronte alle difficoltà si deve riuscire a trovare una soluzione e andare avanti”, ha concluso, ringraziando la Federazione degli apicoltori italiani per il supporto, “la nostra biodiversità va protetta”. (Ansa)

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