Doppio blitz degli animalisti a Reggio Emilia per dire “no” alle pellicce di animale del MaxMara Fashion Group. Ieri pomeriggio, gli attivisti delle associazioni Lav, Human Society International e Fur Free Alliance hanno dato vita a un flash mob di protesta – autorizzato regolarmente dalla Digos – davanti al negozio della maison di moda reggiana, in via Emilia San Pietro. Con cartelli e megafoni hanno chiesto alla famiglia Maramotti, titolari del marchio, di “eliminare le pellicce dalle collezioni di tutti i brand”.
DOPPIO BLITZ: IERI LAV E OGGI ADL
Stamattina il bis a sorpresa. Il gruppo di attivisti ADL Italia ha interrotto una visita guidata intorno alle 11 nella galleria d’arte “Collezione Maramotti”. Già due mesi fa, gli stessi animalisti avevano sorvolato a bordo di una mongolfiera la sede di MaxMara a Reggio Emilia srotolando uno striscione in cielo per chiedere di adottare “una politica fur-free rispetto all’attuale gamma che include articoli realizzati in volpe, cane procione e visone che trascorrono tutta la vita in gabbie di rete metallica anche nella pavimentazione, in condizioni di scarso benessere per poi essere uccisi tramite gas o elettrocuzione”. (Ansa)
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AGGIORNAMENTO
Ricevo da Adl Italia e pubblico
Nuova manifestazione animalista, questa volta nel cuore del centro storico di Reggio Emilia.
Gli attivisti del Collettivo Ludovica si sono uniti ad Animal Defense League manifestando davanti alle vetrine di Max Mara, in via Emilia San Pietro, «per chiedere al gruppo la cessazione definitiva di una pratica inutile, dolorosa e ingiusta. Basta poco: il gruppo Max Mara vende ancora capi in pelliccia, che rappresentano una piccola parte del loro fatturato, ma che agli animali costano tutta la vita – affermano gli attivisti –. Un piccolo cambiamento può avere un impatto enorme».
Reggio Emilia ha un ruolo simbolico in questa battaglia, come spiegato dai manifestanti: «A Reggio Emilia si trova l’headquarter del gruppo e come realtà del territorio, Collettivo Ludovica non può tacere». Per questo gli attivisti hanno invitato a raccolta i cittadini davanti al negozio Max Mara, nel cuore della città, per lanciare un messaggio chiaro: «Basta pellicce».
La protesta ha replicato anche domenica 21 aprile. Alle 11 un gruppo di attivisti ha interrotto una visita guidata della galleria d’arte “Collezione Maramotti”.
Non si tratta del primo presidio contro l’azienda proprio per la scelta di vendere capi che includono pellicce. Nelle passate settimane, gli animalisti delle associazioni Lav, Humane society international e i componenti della Fur Free Alliance, hanno sorvolato a bordo di una mongolfiera il quartier generale della casa di moda, a Mancasale. La protesta era stata organizzata in occasione della settimana della moda di Milano.
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