Il Trentino tira dritto verso l’obiettivo di riportare il numero degli orsi presenti sul proprio territorio a livelli compatibili con una serena coesistenza con l’uomo e le sue attività. La Giunta provinciale di Trento ha approvato il disegno di legge proposto dell’assessore alle foreste Roberto Failoni per contenere la crescita della popolazione di orsi. Si prevede la possibilità di rimuovere fino a otto plantigradi all’anno, a fronte di una popolazione che, secondo l’ultima stima formulata nel Rapporto grandi carnivori, supera le cento unità. Critiche le associazioni animaliste, grandi e piccole, locali e nazionali, che si sono prese a cuore la tutela degli orsi trentini, sia quelli ancora liberi che quelli “ospiti” al centro faunistico del Casteller. Il ddl – si apprende – conferma che spetta al presidente della Provincia la possibilità di disporre l’abbattimento degli esemplari problematici, quale misura di sottrazione permanente all’ambiente naturale. Al fine dell’applicazione servirà il parere favorevole del Consiglio provinciale. “Si tratta del frutto di un accordo con il governo, che rappresenta un cambio di passo importante oltre che un risultato che guarda alla specificità del nostro territorio. Mettiamo così un freno all’impennata della popolazione di plantigradi, a garanzia della sicurezza delle persone, con l’effetto di migliorare anche le condizioni di lavoro degli agricoltori e di quanti lavorano nell’ambiente forestale”, osserva Failoni.
L’IMPATTO SUL TURISMO
Anche il turismo ne avrebbe risentito: pochi giorni fa è emerso che sarebbero state 65mila, nel 2023, le notti in meno trascorse negli alberghi delle valli di Pejo, Rabbi e Sole per paura degli orsi, per un equivalente di circa 6,5 milioni di euro persi. La proposta di legge modifica la normativa del 2018, specificando come annualmente verrà definito il numero massimo di capi problematici di cui è consentito l’abbattimento, sulla base di valutazioni tecnico-scientifiche e previo nulla osta non vincolante di Ispra. Per il 2024 e il 2025, in base all’analisi demografica condotta da Ispra nel 2023, il numero di orsi potenzialmente rimovibili è determinato nel massimo di otto all’anno, di cui non più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti. A partire dal 2026, le quote massime andranno ridefinite.
IL NO DEGLI ANIMALISTI
Annunciano battaglia le associazioni animaliste. “Il ddl ‘ursicida’ approvato dalla Giunta della Provincia di Trento, che consente di ammazzare otto orsi all’anno, mette l’Italia in rotta di collisione con Bruxelles, esponendo i contribuenti italiani alle salatissime conseguenze di una procedura di infrazione”. Così – in una nota – l’Ente nazionale protezione animali (Enpa), che annuncia l’intenzione di presentare un esposto alle istituzioni e alle autorità europee per violazione della direttiva Habitat. “Il ddl – prosegue Enpa – è un provvedimento di inaudita crudeltà che non ha alcuna base scientifica, che autorizza a sparare nel mucchio e che rappresenta una serie e concreta minaccia alla conservazione della specie”. Anche l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) annuncia battaglia in caso di approvazione del ddl in Consiglio provinciale. L’associazione cita inoltre Luigi Boitani, professore ordinario di zoologia all’Università La Sapienza di Roma, rilevando come “dire che gli orsi sono troppi è un concetto relativo” e invitando a “ridurre le interazioni negative con le persone”.
“PER FUGATTI UN’OSSESSIONE”
“Oltretutto – aggiunge Oipa – i numeri considerati dalla Provincia includono i cuccioli, che purtroppo hanno un’elevata mortalità nei primi anni di vita”. La Lav, per voce del responsabile fauna selvatica Massimo Vitturi, fa sapere che intende contrastare il ddl sia nel percorso in Consiglio provinciale, sia a livello nazionale e di fronte alle istituzioni europee. “Chiederemo al governo di impugnarlo perché di fatto apre alle quote di caccia e lo porteremo a conoscenza anche della Commissione europea. Ora attendiamo tuttavia di poter visionare il testo”, ha spiegato Vitturi. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente e di Leidaa, commenta: “Lascia davvero senza parole l’accanimento del presidente Fugatti, i cui governi saranno ricordati solo per la sua ossessione nei confronti dei grandi carnivori”.
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