Abbiamo chiesto all’Associazione nazionale dei medici veterinari italiani un commento alle dichiarazione dei colleghi britannici. Ecco il parere del dottor Raimondo Colangeli, vicepresidente Anmvi e esperto di medicina veterinaria comportamentale, sul gioco del bastone. “Giocare al lancio del bastone – spiega Colangeli – è un classico per i proprietari ed è probabilmente la diffusione di questo gioco a spiegare l’incidenza delle conseguenze rilevate dai Colleghi inglesi. Personalmente non ho riscontrato una incidenza clinica così elevata, ma senza dubbio è corretto il consiglio di preferire giocattoli sicuri e di fare molta attenzione al contesto ambientale di gioco. Ma senza arrivare a vietare in senso assoluto il bastone, è importante capire il senso di questo gioco, anche per prevenire conseguenze spiacevoli. Spesso è l’unico gioco che si fa fare al cane, magari per stancarlo, o pensando che si diverta molto. In realtà, il gioco del bastone non sviluppa le ampie potenzialità cognitivo-relazionali del cane, ma le riduce ad una attività meccanicistica “lancio-prendo-riporto” che può avere effetti compulsivi sul cane stesso. Nei cani ipercinetici poi c’è il rischio che giochino con irruenza aumentando i rischi di farsi male”, è l’avvertimento del vicepresidente dell’Anmvi.
“Un proprietario deve essere consapevole della propria attività ludico-educativa sul cane, nella quale devono rientrare: l’inibizione al morso e l’abbassamento dei livelli di competitività, due obiettivi che il lancio compulsivo del bastone non aiuta a raggiungere. Anche il tira-molla del proprietario che cerca di sfilare il bastone dalla bocca del cane va evitato perché insegna il cane a stringere il morso. Un buon gioco del bastone dovrebbe insegnare al cane a riportare l’oggetto e a rilasciarlo aprendo la bocca. Un gesto che il cane impara se premiato con qualche forma di gratificazione. E poi ci sono le alternative come nascondere un gioco e indurre il cane a sviluppare l’attività esplorativa, una forma di gioco più complessa che aumenta le aree cognitive del cane. Altrettanto importante è la socialità intraspecifica, cioè con altri cani. Cani educati all’apertura mentale saranno anche meno aggressivi”, conclude Colangeli.
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