Contro la peste suina la Liguria manda i cacciatori di cinghiali in zona rossa

In Liguria i cacciatori potranno abbattere i cinghiali nella zona rossa infettata dalla peste suina africana e nei Comuni al confine con la zona infetta. Lo prevede la nuova organizzazione delle attività di depopolamento degli ungulati approvata dalla Giunta Toti su proposta del vice presidente con delega alla Caccia Alessandro Piana. L’attività è praticabile da subito là dove le associazioni venatorie hanno fornito l’elenco degli idonei all’abbattimento. “Per intensificare le azioni sul territorio – spiega Piana – abbiamo incaricato gli ambiti territoriali di caccia con tutti i cacciatori in possesso di porto di fucile, assicurazione e formazione sulla biosicurezza, di organizzare e attuare le attività di depopolamento crescenti sui cinghiali nelle zone di restrizione”.

NELLE AREE URBANE E PROTETTE PRESEGUIRANNO GLI INTERVENTI DEL NUCLEO REGIONALE DI VIGILANZA

“Il tutto tenendo conto della suddivisione del territorio in zone di caccia e della composizione delle squadre vigente nella stagione venatoria 2022/2023, mentre per le aree non venabili saranno disposti specifici accordi con l’autorità regionale competente in caso di necessità, fermo restando che, nelle aree urbane e nelle aree protette, proseguiranno gli interventi del Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale. I capisquadra e gli Atc (Ambiti territoriali di caccia) si impegneranno a calibrare e rendicontare settimanalmente alla Regione l’entità del prelievo quotidiano in base alle indicazioni comunicate delle autorità preposte al controllo faunistico e sanitario. Questo per favorire la massima trasparenza, per poter tempestivamente rispondere alle esigenze sanitarie della peste suina africana e di incolumità pubblica”. (Ansa)

Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d’Aosta le positività nei territori interessati sono 728, in Liguria  338 e in Piemonte 444. La cartina è tratta dal sito dell’Izslpv.

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AGGIORNAMENTO DEL 16 GIUGNO 2023

Sarebbero tra gli 800 e i 900 i cacciatori pronti già da domenica a entrare nei boschi del genovesato e del savonese con i cani per il “piano di depopolamento dei cinghiali” deciso ieri in Liguria. Lo scrive il Secolo XIX di oggi. I cacciatori saranno divisi in 70 squadre con massimo tre cani ciascuna, con l’obiettivo di sparare a circa 20mila cinghiali a rischio contagio della peste suina. Le carcasse potranno essere sepolte o cremate ma i cacciatori hanno chiesto e ottenuto che la spesa non fosse a loro carico. Gli animali non infetti potranno essere destinati al consumo alimentare.

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  • Osservatorio Savonese Animalista |

    DEPOPOLAMENTO RIPOPOLANTE.

    Rischia di diventare un “depopolamento” ripopolante quello che inizierà domenica 25 giugno in Liguria, con l’utilizzo di centinaia di cacciatori e cani, organizzato contro i cinghiali dal commissario alla PSA Caputo e dal vicepresidente regionale Piana che, questo azzardo, si giocano la carriera, rispettivamente manageriale e politica.

    L’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) ricorda infatti che la scienza ha definitivamente dimostrato che la caccia non riduce il numero degli animali ma ne fa esplodere la fertilità, ristabilendo presto la situazione precedente e rendendo inutile la strage di animali, selvatici ma comunque sensibili e sociali come, e forse di più, dei cani che vengono loro scatenati contro.

    Anche se il commissario ha previsto alcune cautele – convergenza dei cacciatori dall’esterno verso il centro delle zone in-fette, caccia in “girata” ed utilizzo di non più di tre cani, disinfezioni di attrezzi, mezzi e vestiti – è inevitabile che i cinghiali sentano a distanza i cani ed odano le esplosioni da lontano e si diano alla fuga nei boschi, incrementando i contatti tra di loro e, nei casi di soggetti malati, diffondendo la peste suina in territori rimasti finora scarsamente o totalmente infetti.

    OSA continua a ripetere che la presenza ed il completamento della recinzione nell’area infetta (rossa), trasformandola praticamente in un’isola faunistica, avrebbe potuto costituire un’occasione unica per studiare e provare la distribuzione di vaccini immunocontraccettivi della famiglia GonaConTM, che azzerano le nascite di nuovi soggetti da 3 a 5 anni; metodo non provoca fughe di animali, li lega maggiormente al territorio perché anche lo scarso cibo vegetale dei boschi diviene sufficiente con meno animali che, è probabile, non ne vadano a cercare negli abitati, riduce o azzera i danni alle coltivazioni ed annulla infine le reazioni delle femmine perché non hanno piccoli da difendere.

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