Ami e plastica. Le due tartarughe salvate in queste ore nelle acque siciliane dell’arcipelago delle isole Eolie sono vittime di comportamenti dell’uomo. Una di loro era rimasta agganciata a un amo da tonno a sua volta impigliato in un sacco da cemento mentre l’altra aveva il sistema digerente occluso da un rifiuto di plastica. Ora sono entrambe in mani esperte in un pronto soccorso specializzato in animali marini e fuori pericolo di vita.
IL SALVATAGGIO A FILICUDI…
Al largo delle isole Eolie è stata rinvenuta una tartaruga con un amo da tonno agganciato al “muso”. La tartaruga “Charlotte”, esemplare di circa vent’anni, è stata trovata fra Salina e Filicudi da Enrico Salierno, vice presidente di “Sea Shepherd Italia”, che da settimane con l’imbarcazione è in perlustrazione nell’Arcipelago. Era agganciata ad un amo da tonno, collegato ad un sacco per il cemento (nelle foto). La tartaruga è stata portata al “Filicudi Wildlife Conservation – Pronto Soccorso Tartarughe Marine” diretto dalla biologa romana Monica Blasi, per ricevere le cure necessarie. “Fortunatamente – dice Enrico Salierno – non è in pericolo di vita e si prevede per lei una completa guarigione. È la seconda tartaruga in meno di un mese a incorrere nello stesso problema. E ricordo che l’intero ecosistema è sotto attacco da parte della pesca illegale”.
…E QUELLO A STROMBOLI
Nuotava a pelo d’acqua in palese difficoltà molte miglia a nord di Stromboli (Messina) la tartaruga della specie caretta caretta portata in salvo da due velisti che prima l’hanno seguita, poi l’hanno presa a bordo contattando il “Filicudi Wildlife Conservation – Pronto Soccorso Tartarughe Marine”. Da lì sono scattati i soccorsi che hanno visto in azione un network di enti e associazioni tra Sicilia e Campania. Coordinato dalla stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, e dal Turltepoint di Portici (Napoli), alla fine è stato lo staff dell’area marina protetta di Punta Campanella ad intercettare l’imbarcazione con la tartaruga a bordo 3 miglia al largo di Massa Lubrense. La caretta caretta soffriva molto probabilmente per un’occlusione dovuta ad un pezzo di plastica ingerito e per una indigestione di meduse, come inizialmente accertato da Domenico Sgambati del parco marino. Ha poi espulso il pezzo di plastica e rigettato molte delle meduse rosse ingerite che ad una prima occhiata avevano fatto pensare ad una ferita con sangue che usciva dalla bocca. Ora la tartaruga, come si apprende dall’area marina protetta di Punta Campanella, è in buone condizioni ed è stata trasferita a Portici per ulteriori accertamenti.