Ha compiuto un anno il primo allevamento sperimentale di insetti commestibili in Italia. L’iniziativa è stata attivata con il “Modello italiano di allevamento di insetti commestibili (Maic) nel giugno del 2018 dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Torino e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. E’ finalizzata – spiega una nota – all’utilizzo sostenibile degli insetti commestibili come fonte proteica in un’ottica di nutrizione e integrazione della dieta a base di insetti che attualmente serve, secondo dati Fao, due miliardi di persone, poco meno di un terzo dell’intera popolazione mondiale. “Un progetto italiano che guarda al futuro del pianeta”, scrivono descrivendo “la preziosa fonte di proteine animali a basso impatto ambientale”. Sostenuto da Fondazione Cariplo e mirato all’allevamento dell’Ortottero Acheta domesticus (grillo) in quanto specie più utilizzata al mondo per uso alimentare, il progetto è basato sui principi dell’economia circolare ed è accreditato – spiegano i ricercatori – come sostenibile perchè “risponde con un modello sicuro ai nuovi fabbisogni alimentari conseguenti all’aumento della popolazione mondiale”. “Sotto il profilo economico – dicono ancora – propone invece un modello replicabile di allevamento sicuro capace di produrre business agroalimentare. “L’allevamento di grilli – afferma il responsabile del progetto Andrea Mascaretti – è nato un anno fa dopo una fase dialogo con il comparto agroalimentare partito nel 2012. Il progetto, oltre ad essere sostenibile e innovativo, toglie spazio al già presente mercato nero su produzioni di farina di grillo non sicure e dal costo di 120\130 euro al chilogrammo”. (foto d’archivio)
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