AGGIORNAMENTO DELLE 16.20 DEL 3 SETTEMBRE
LIGURIA, GRIDO DI EMERGENZA DI COLDIRETTI
Misure immediate per fare fronte all’emergenza cinghiali è la richiesta di Coldiretti Liguria a tutti i sindaci della regione. L’associazione invia oggi una lettera ai sindaci perché predispongano al più presto un’ordinanza comunale in materia che contenga misure concrete da attuare subito. «Si tratta – spiega Gerolamo Calleri, presidente di Coldiretti Liguria – di un’ordinanza che andrebbe a tutelare non solo le proprietà pubbliche e private dell’entroterra, come orti, giardini, vigneti, uliveti e altre coltivazioni ma anche le persone che vivono nelle città e sulla costa, visto che gli ungulati si spingono fino in queste zone e possono creare problemi di igiene e di sicurezza». «Parliamo anche – precisa Calleri – di danni provocati ai muretti a secco, che vanno preservati soprattutto in vista delle piogge autunnali, che ci auguriamo non siano troppo copiose».
Pronte quindi le richieste concrete di Coldiretti da attuare tempestivamente su tutto il territorio:si parte dalla cattura, allontanamento ed eventuale abbattimento dei cinghiali, sia nelle aree rurali, sia nelle zone vicine alle città. L’associazione chiede anche di vietare la somministrazione di cibo, per evitare che gli animali si avvicinino ai centri abitati, e di impegnare i proprietari di terreni a mantenere pulite le proprietà dalla vegetazione spontanea. «Chiediamo infine – conclude Calleri – il supporto della polizia provinciale, eventualmente coadiuvata da quella municipale e dalle altre autorità competenti, nell’esecuzione delle ordinanze, ponendo sempre al primo posto la sicurezza della popolazione».
POST ORIGINALE DEL 2 SETTEMBRE
ABRUZZO: SERVE TAVOLO TECNICO CON MINISTRO, NORMATIVA NAZIONALE ORMAI OBSOLETA
L’assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, Dino Pepe, con una nota ufficiale, ha richiesto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, “l’attivazione di un tavolo tecnico per la revisione degli strumenti normativi attualmente vigenti in materia di gestione degli ungulati selvatici con particolare riguardo ai cinghiali”.
La normativa nazionale in materia “risulta ormai obsoleta e si rende pertanto necessario l’avvio di una concertazione tra Regioni e ministeri competenti – spiega Pepe in una nota – al fine di adeguare detta normativa, con la finalita’ di garantire l’equilibrio `sostenibile´ tra le popolazioni di fauna selvatica e il mantenimento delle coltivazioni agricole e le altre attivita’ antropiche, nonche’ la giusta tutela della sicurezza e della incolumita’ pubblica”.
Purtroppo, segnala l’assessore regionale all’Agricoltura, “in Abruzzo, l’elevata densita’ di animali selvatici (che ha ampliato il proprio areale con una grande adattabilita’ ai cambiamenti ambientali e climatici in corso), oltre che essere responsabile di ingenti danni alle produzioni agro-silvo-pastorali determina anche pericoli concreti alla pubblica incolumita’ con esiti, in alcuni casi, anche drammatici e con la perdita di vite umane”.
La Regione Abruzzo, nel bilancio di previsione 2015, “pur ritenendo prioritaria la tutela delle produzioni agricole e non il mero indennizzo dei danni all’agricoltura, ha inteso, comunque, stanziare risorse specifiche al riguardo- prosegue la nota della Regione- ma tali danni sono in aumento e specifici interventi come la caccia di selezione su tutte e quattro le province abruzzesi (pure inserita nel nuovo calendario venatorio 2015) e l’attivazione della microfiliera del cinghiale (nel nuovo Psr 2014-2020), rappresentano un aiuto importante per contrastare tale fenomeno ma non del tutto sufficiente”. (Dire)
VENETO: PROROGATA LA CACCIA
Caccia al cinghiale prorogata nella Provincia di Verona per il 2015/2016: a stabilirlo è la delibera della Giunta regionale n.1027 del 4 agosto che proroga per tutta la stagione 2015/2016 il regime sperimentale venatorio sperimentale attivato dalla Provincia di Verona per la caccia al cinghiale (Sus scrofa). “Ormai non si parla più di `problema´ ma di una vera e propria emergenza cinghiali – commenta il consigliere regionale Giovanna Negro, di Veneto del Fare – oltre agli ingenti danni alle coltivazioni e ai mezzi agricoli in Lessinia, il pericolo è ormai quello degli incidenti stradali per l’elevato numero di questi animali che, specie con il buio, scorrazzano liberamente e attraversano le strade all’improvviso. Quindi non si parla più di soli danni all’agricoltura ma di situazioni di pericolo per la sicurezza dei cittadini”.
La problematica dei cinghiali non riguarda solo la montagna e la collina scaligera ma è un fenomeno di cui soffrono anche altre province e regioni, per questo il consigliere regionale veronese auspica “che questa delibera sia apripista anche per altri luoghi messi a dura prova da questi animali selvatici ed è proprio la normativa che deve tutelare le persone con regole specifiche per risolvere la problematica”. I risarcimenti per i danni non risolvono infatti il problema: “Gli indennizzi non sono sufficienti – aggiunge Negro – perché coprono, a posteriori, una percentuale minima dei danni subiti dagli agricoltori e non si risolve la questione, poiché i cinghiali continuano ad aumentare e creare disastri. Lasciare che la situazione sfugga di mano significa veder sparire contadini e colture, in barba alla sicurezza ambientale e con pessime conseguenze per i territori che verranno abbandonati. Questo passo istituzionale – conclude il consigliere di Veneto del Fare – è uno snellimento burocratico per i cacciatori e un tentativo efficace di limitare il fenomeno che inizia ad interessare anche i paesi e le zone abitate”. (Kronos)