Se permettessimo agli elefanti di estinguersi non potrei più “guardare negli occhi i miei figli”: non è mancata una nota familiare – con un riferimento ai principini George, Charlotte e Louis, ma in effetti a tutti i bambini del mondo – nel discorso con cui il principe William ha aperto ieri a Londra la Conferenza internazionale per la lotta al traffico illegale degli animali selvatici. “Spezza il cuore pensare che quando i miei figli avranno 20 anni potrebbero essersi estinti gli elefanti, i rinoceronti e le tigri”, ha detto il duca di Cambridge rivolgendosi alla platea: delegazioni governative di vari Paesi, esponenti del business, attivisti di gruppi impegnati per la tutela della natura. “Io invece sento come mio dovere e come responsabilità collettiva quello di lasciare il pianeta in una posizione più forte per i nostro bambini”, ha proseguito, dicendosi del resto convinto che la difesa degli animali e della natura abbia in ultima analisi “senso dal punto di vista anche economico”, non solo emotivo. Dopo il discorso, William – affiancato dal ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt – ha quindi avuto un incontro faccia a faccia coi delegati dei governi e i volontari di varie associazioni: inclusa la United for Wildlife, ong promossa dalla stessa famiglia reale attraverso la Royal Foundation. (Ansa, nella foto Adnan Abidi/Reuters William al Centre for Wildlife Rehabilitation and Conservation della riserva Panbari forest a Kaziranga, Assam, India)
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