Confermata dalla Cassazione, la condanna – per maltrattamento di animali, contraffazione di passaporti canini e frode in commercio – a tre anni di reclusione, senza concessione delle attenuanti, nei confronti di Daniele Giaroli, quarantenne di Montecchio Emilia, già noto alle forze dell’ordine per aver ‘importato’ più volte illegalmente dall’Ungheria cuccioli di cane tolti precocemente alle loro madri, e tenuti in condizioni drammatiche, al freddo e senza cibo nè acqua, sottoposti anche prematuramente a vaccinazioni. Il verdetto depositato oggi dalla Suprema Corte si riferisce a 112 cuccioli di diverse razze e di età inferiore ai tre mesi, trovati in un casolare fatiscente del lodigiano nel quale Giaroli li aveva ‘collocati’ in casse di plastica, al freddo, senza alcun accudimento, come la pulizia e la somministrazione di viveri, in condizioni che favorivano la diffusione dei virus. Alcuni cuccioli si erano ammalati e venivano tenuti in una stanza separata, con acqua gocciolante dal soffitto. Un cucciolo agonizzante, poi deceduto, venne abbandonato – nel blitz condotto dalle forze dell’ordine il 4 febbraio del 2009 – in un freezer in disuso. Le vaccinazioni antirabbiche premature provocarono la morte di 30 cuccioli, per cimurro e parvovirosi canina. Con la sua decisione, la Cassazione – sentenza 1448 – ha convalidato la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano il 14 luglio del 2016, a sua volta conforme a quella di primo grado pronunciata dal Tribunale di Lodi del 4 dicembre 2014. Senza successo Giaroli ha chiesto le attenuanti e uno sconto di pena, gli ‘ermellini’ hanno ritenuto di negargliele – come deciso dai precedenti giudici di merito – per “la assenza di resipiscenza, la sussistenza di un precedente penale specifico, l’elevato numero di cuccioli coinvolti, la gravità dei maltrattamenti, il contesto di commissione delle condotte”. Confermata anche, in favore della Lav che si era costituita parte civile nel processo, una provvisionale di 15mila euro. I cuccioli sopravissuti sono stati dati tutti in affidamento a famiglie quando vennero trovati nel casolare della vergogna. (Ansa, foto d’archivio)
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