Mentre il riscaldamento globale continua a far sciogliere i ghiacci ai due poli del Pianeta, in un’area dell’Antartide orientale un’anomalia meteorologica di senso opposto – troppo ghiaccio – ha fatto scattare l’allerta per il pinguino. Una colonia di pinguini di Adelia ha infatti vissuto una stagione riproduttiva disastrosa: su 18mila coppie di genitori, sono solo due i pulcini sopravvissuti. Tutti gli altri sono morti di fame. La colpa, spiegano i ricercatori, è di un ghiaccio marino molto esteso che ha costretto gli adulti a viaggiare per 100 chilometri più del solito in cerca di cibo, lasciando i piccoli affamati, esposti al freddo e alle piogge. L’Antartide, nel suo complesso, l’estate scorsa ha registrato un record per la scarsa estensione di giaccio marino. L’area dove ha nidificato la colonia di pinguini, sulla piccola isola di Petrel, ha però fatto eccezione. Per raggiungere il mare e nutrirsi di krill (piccoli gamberetti), i pinguini hanno quindi dovuto percorrere distanze molto più lunghe, allontanandosi dai piccoli più a lungo. Un evento simile era avvenuto anche nel 2013, anno in cui nessun pulcino sopravvisse. In futuro il quadro rischia di aggravarsi perché l’area potrebbe essere aperta alla pesca di krill, che metterebbe gli animali in competizione con i pescatori per il cibo. A difesa dei pinguini scende in campo il Wwf, che sostiene la richiesta alla comunità internazionale di istituire una specifica area marina protetta nelle acque dell’Antartide orientale. La richiesta, guidata da Australia e Francia con l’appoggio dell’Ue, sarà vagliata al meeting della Commissione per la conservazione delle risorse marine antartiche in programma a Hobart, in Tasmania, il 16 ottobre prossimo. Il Wwf sta sostenendo le attività di ricerca condotte da scienziati francesi che lavorano per il Centro Nazionale di Ricerca Scientifica (Cnrs) nella regione dal 2010. (Ansa, foto sopra Wwf/Yan Ropert-Coudert, senior scientist per i pinguini del Cnrs, nella foto sotto)
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