AGGIORNAMENTO DEL 27 SETTEMBRE 2017 – OPERE D’ARTE RITIRATE, AI WEIWEI: “VISIONE RISTRETTA”
L’ira degli artisti si scaglia contro il Guggenheim di New York. Colpevole di aver ritirato tre opere da un’imminente mostra sull’arte cinese dopo Piazza Tienanmen, il museo sulla Quinta Strada si e’ attirato gli strali del più celebre dissidente di Pechino, Ai Weiwei, che lo ha accusato di aver tradito la Costituzione. “Quando una istituzione artistica non riesce a esercitare il suo diritto alla liberta’ di espressione, e’ una tragedia per l’intera societa’”, ha detto Ai in un’intervista telefonica con il New York Times: “Le pressioni sui musei per ritirare opere d’arte da una mostra sono solo la prova di una visione ristretta, non solo dei diritti degli animali, ma dei diritti umani in generale”. La polemica e’ nata quando e’ venuto in luce che la rassegna attesa nella rotonda di Frank Lloyd Wright il 6 ottobre sotto il titolo “Art and China after 1989: Theater of the World” avrebbe incluso tre opere in cui cani, maiali, rettili e insetti erano protagonisti di atti ad alto contenuto di choc. Le indiscrezioni avevano scatenato proteste e, a detta del Guggenheim, anche esplicite minacce di violenze se le installazioni fossero finite in mostra. Una di queste era un video che per sette minuti proponeva quattro coppie di pitbull ansiose di sbranarsi. Un’altra, che aveva dato il sottotitolo “Teatro del Mondo” alla mostra, e’ una installazione in cui, sotto una cupola illuminata, insetti e rettili convivono quasi mai pacificamente. Le tre opere che i visitatori del Guggenheim, salvo nuova marcia indietro dell’ultim’ora, non potranno vedere erano state create tra 1993 e 2003 per raffigurare simbolicamente l’oppressione in Cina. Non e’ la prima volta che musei e gallerie d’arte diventano campo di battaglia della libertà di espressione: basti pensare a quando, senza successo, l’allora sindaco Rudy Giuliani tento’ di costringere il Brooklyn Museum a censurare una Madonna imbrattata di sterco di elefante dell’artista britannico Chris Ofili. Allora, e nella maggior parte dei casi, e’ la liberta’ dell’artista a prevalere sulle pressioni: ando’ cosi’ a Brooklyn negli anni Novanta. Altra storia al Guggenheim, tra marce di protesta davanti all’ingresso del museo e una petizione online da oltre mezzo milione di firme che aveva chiesto al museo di organizzare “mostre senza atti di crudeltà”. Messo alle strette, il Guggenheim aveva giustificato la censura in nome della sicurezza dello staff e dei visitatori, ribadendo che “la liberta’ di espressione e’ sempre stata e restera’ tra i valori centrali del museo”. Una affermazione che il PEN America non ha accettato di digerire: per l’organizzazione degli scrittori la nuova censura e’ stato “un duro colpo alla libertà’ di espressione”.
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AGGIORNAMENTO DEL 26 SETTEMBRE 2017 – ANNULLATA L’ESPOSIZIONE DI TRE OPERE
Sotto accusa e ripetutamente minacciato di violenze per una nuova mostra di artisti concettuali contemporanei cinesi, il museo Guggenheim di New York a malincuore ha fatto marcia indietro: il museo sulla Quinta Strada ha ritirato dal percorso espositivo tre delle installazioni incriminate. La mostra si inaugurerà il 6 ottobre con 150 pezzi d’arte sperimentale e in molti casi a effetto choc, ma ben prima del taglio del nastro erano scoppiate polemiche. “Preoccupato per la sicurezza dello staff, dei visitatori e degli artisti che hanno partecipato alla rassegna”, il Guggenheim ha fatto sapere che due video che mostrano animali vivi e una scultura in cui veri rettili divorano insetti non faranno parte dell’esposizione ‘Art and China After 1989’. Una decisione presa con rammarico: “La libertà di espressione è sempre stata e sempre sarà uno dei valori centrali del nostro museo”. Uno dei video mostrava quattro coppie di pitbull che si affrontano per sette minuti su altrettanti tapis roulant pronti a sbranarsi. L’altro riprendeva un atto sessuale tra un cinghiale e un maiale, i due animali marchiati con lettere dell’alfabeto cinese e romano per illustrare il contrasto tra diversi sistemi di scrittura e la natura selvaggia degli animali. La scultura con centinaia di locuste, millepiedi, gechi, grilli e scarafaggi e altri insetti e rettili vivi destinati a perire (o sopravvivere) nei tre mesi in cui sarà aperta l’esposizione dava il sottotitolo alla mostra, “Teatro del Mondo”, e la censura nei suoi confronti deve aver pesato molto alla curatrice della rassegna Alexandra Munroe, una star dello studio dell’arte orientale in America. Assieme alla Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) l’American Society for the Protection of Cruelty to Animals aveva denunciato “la crudele manipolazione di animali”, prendendo in particolare di mira il video di Sun Yuan e Peng Yu con i pitbull sui tapis roulant: “Tipici oggetti usati nel brutale addestramento per cani da lotta”. Cani veri furono usati quando l’installazione di Sun e Peng fu prodotta nel 2003 in un museo di Pechino. E anche se al Guggenheim doveva approdare solo un filmato, una petizione su Change.org per chiederne la rimozione aveva raccolto in pochi giorni mezzo milione di firme.
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POST ORIGINALE
Il museo Guggenheim di New York sotto accusa per una nuova mostra di 70 artisti concettuali contemporanei venuti dalla Cina: parte dell’installazione che si inaugurerà il prossimo 6 ottobre con 150 pezzi d’arte sperimentale è un video in cui quattro coppie di american pitbull si affrontano per sette minuti con la bava alla bocca, pronti a sbranarsi. L’opera è intitolata “Dogs That Cannot Touch Each Other”. Crudeltà contro gli animali? Nella clip gli otto animali cercano di partire all’attacco, ma non sono in grado neppure di sfiorarsi perché corrono, legati, ciascuno su altrettanti tapis roulant non motorizzati (nella foto sopra). Cani veri furono usati quando l’installazione della coppia di artisti Sun Yuan e Peng Yu fu prodotta nel 2003 in un museo di Pechino. E anche se al Guggenheim approderà solo un filmato, gli amici degli animali si sono mobilitati con una petizione che chiede al museo sulla Quinta Strada di rimuovere la clip dal percorso espositivo. Molti pezzi della mostra “Art and China After 1989” sono a effetto choc. In uno di questi, intitolato “Teatro del Mondo”, centinaia di locuste, millepiedi, gechi, grilli e scarafaggi e altri insetti e rettili vivi si muovono sotto una lampada, destinati a morire (o sopravvivere) nei tre mesi in cui sarà aperta l’esposizione. Finora però solo gli american pitbull di Sun e Peng hanno creato scalpore. “I curatori sperano che il pubblico capirà perché gli artisti lo hanno prodotto e cosa vogliono dire sulle condizioni sociali della globalizzazione”, si è difeso il museo in una dichiarazione postata sul suo sito web: “L’opera rappresenta una critica ai sistemi di potere e controllo”, è spiegato qui. Sun e Peng nella vita sono marito e moglie: nella loro carriera artistica non è la prima volta che fanno discutere. Nel 2000 il loro sangue fu iniettato nel cadavere di due gemelli siamesi per la performance a Shanghai intitolata “Body Link”. La Peng si è scandalizzata a sua volta per la reazione di questi giorni alla loro opera: “Non capisco il perché di tanta indignazione: sono cani naturalmente aggressivi e non sono stati mai maltrattati”. Sarebbe davvero il colmo, considerato che Peggy Guggenheim, nipote ed erede del fondatore Salomon, ha voluto che le proprie ceneri fossero sepolte a Palazzo Venier, a Venezia, accanto ai suoi amati cani.