Due mesi trascorsi allevando un gabbiano reale. La straordinaria esperienza tocca a Giuseppe Carboni, che a Porto Torres, in Sardegna, trova un gabbiano sulla spiaggia. Prima lo salva dalle cornacchie che già avevano fatto strage dei suoi fratelli, poi lo porta a casa: lo battezza Jonathan e lo nutre con la pinzetta delle ciglia e una siringa. E’ il 2 maggio. Ora Jonathan ha imparato a volare e presto, spera Giuseppe, prenderà la sua… rotta.
Nei circa sessanta giorni passati a casa di Giuseppe il gabbiano impara a giocare con un cane e un gatto in cortile, a nascondersi dentro alla cuccia quando le cornacchie iniziano a gracchiare e… anche a volare. “Con l’aiuto di mio figlio abbiamo cominciato a farlo decollare prima a altezze medie, poi sempre più su fino al tetto della casa” spiega Giuseppe alla Nuova Nuova Sardegna, quotidiano sardo che ne racconta la storia (nella foto).
A questo punto, dopo un consulto con persone esperte (anche se Giuseppe aveva già salvato un altro gabbiano in passato), porta Jonathan sulla spiaggia per farlo volare in compagnia di altri gabbiani. Da due settimane è allo Scoglio Lungo di Porto Torres. “Vola per un po’ poi torna in spiaggia, gioca con le palette dei bambini, prende il sole coi bagnanti. E aspetta”.
Aspetta Giuseppe, che due volte al giorno arriva con la borsa frigo piena di pesce: Jonathan riconosce l’auto e si mette a girare in tondo sopra il parcheggio, aspettando il fischio del suo amico per planargli davanti, pronto a mangiare. “Ora sto riducendo il pesce, per abituarlo ad andare a cercarselo da sè”, racconta infine Giuseppe al quotidiano sardo: “Spero possa proseguire il suo viaggio di libertà”. Nel pieno rispetto degli insegnamenti de “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach: anche la vita dei gabbiani è un lungo percorso di crescita.