Ancora una denuncia di stampo ecologista per Donald Trump. Un gruppo ambientalista statunitense ha citato in giudizio l’amministrazione Trump nel tentativo di difendere gli orsi e i lupi presenti nei rifugi nazionali per la fauna selvatica dell’Alaska. Il Centro per la diversità biologica (Center for Biological Diversity), questo il nome del gruppo, dopo aver sollevato dubbi sul muro tra Usa e Messico che impedirebbe agli animali di passare, stavolta ha messo in discussione la costituzionalità di una legge federale del 1996 – il Congressional Review Act – che ha consentito al Congresso di revocare velocemente alcune norme a tutela degli animali, riaprendo di fatto la caccia a orsi, lupi, volpi e coyote. Una delle norme cancellate quest’anno è il divieto di sparare dai velivoli (nella foto sopra un momento di caccia al lupo dall’aereo in Alaska) e di usare esche e trappole all’interno dei rifugi, divieto introdotto durante l’amministrazione Obama dal Fish and Wildlife Service (Fws), l’agenzia del dipartimento dell’Interno americano che si occupa di fauna selvatica. Ne avevamo scritto qui su 24zampe. Stando alla causa, revocare le norme e impedire al Fws di introdurre divieti simili in futuro rappresenterebbe un abuso di potere da parte del Congresso e violerebbe la Costituzione statunitense. Della seconda denuncia presentata dal Cbd lo scorso 16 aprile abbiamo scritto qui su 24zampe: in Arizona, gli ambientalisti hanno accusato Trump di causare, con la costruzione del muro, danni a coyote, antilocapre, bighorn, giaguari, ocelotti e a tutta la fauna selvatica che si muove da sempre liberamente tra gli Usa e il Messico.
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