L’uomo non sarebbe l’unico a comporre i propri morti per la sepoltura. Anche gli scimpanzé sembrano farlo con gesti simili a rituali di preparazione. A filmarli nello Zambia sono stati i ricercatori dell’università inglese di St.Andrews, guidati da Edwin van Leeuwen, che descrivono il caso sulla rivista Scientific Reports. Per la prima volta è stato visto uno scimpanzè osservare un componente del suo gruppo morto e usare uno strumento per pulirgli i denti. Il comportamento, dicono i ricercatori, potrebbe indicare che il legame con un componente del gruppo dura anche dopo la morte, anche se molti esperti dubitano che gli animali abbiano una reale consapevolezza del trapasso. Nel video (da cui sono tratte le foto sopra) si vede una femmina, Noel, che siede accanto al corpo di Thomas, giovane maschio da lei adottato, e sceglie un bastoncino d’erba per pulirgli i denti. E questo anche dopo che il resto del gruppo si è allontanato attirato dall’offerta di cibo. ”L’uomo non è l’unica specie capace di compassione. Ciò potrebbe aiutare a capire meglio le origini evolutive dei riti sepolcrali umani”, commenta van Leeuwen. Il comportamento di Noel sembra suggerire che gli scimpanzè formano dei legami sociali di lunga durata, che continuano ad influenzare il loro comportamento anche dopo che il partner è morto. Come gli uomini, non trattano i morti senza riguardi, ma maneggiano il cadavere in un modo riservato ad esseri sociali, specialmente quando si aveva con lui una relazione più stretta. Tuttavia gli stessi ricercatori sono cauti nel concludere che questo comportamento dimostri una coscienza della morte da parte dell’animale. Potrebbe trattarsi di semplice ‘curiosità’ nel vedere inanimato il corpo di un membro del gruppo. ”E’ impossibile avere una risposta certa se l’animale abbia una reale consapevolezza della morte, o se non sia semplice curiosità per il compagno che si trova in una condizione ‘insolita”’, commenta Maurizio Casiraghi, docente di Zoologia all’università di Milano Bicocca. Anche negli zoo e nelle riserve sono stati osservati comportamenti simili. Casiraghi fa l’esempio di una madre giraffa che ha vegliato per 4 giorni il suo piccolo morto, o di scimpanzè, dove tutto il gruppo è passato a toccare il cadavere di un componente rendendogli una sorta di omaggio. ”Che ci sia il riconoscimento di qualcosa non si può negare – conclude – ma fino a che livello è difficile dirlo. Può anche esserci la nostra volontà di vederci qualcosa di più, di umanizzare l’animale”. Impossibile non pensare al girotondo dei tacchini intorno al gatto morto del video girato in Massachussets, Usa, e circolato nei giorni scorsi, sotto. Anche secondo il biologo del NatGeo, a guidarli sarebbe stato “un misto di curiosità e paura”.
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