Un altro guaio giudiziario per l’ex presidente sudcoreana Park Geun-hye, già destituita dall’Alta Corte per corruzione: ha abbandonato alla Casa Blu i suoi nove cani jindos (foto sopra). Un’accusa senz’altro meno grave della precedente ma che non ha impedito all’associazione animalista “Busan Korea Alliance for the Prevention of Cruelty to Animals” di sporgere denuncia alla polizia. I jindos sono una razza tipica locale, originaria dell’isola di Jindo e apprezzata per una qualità che ha il sapore dell’ironia: la lealtà verso il padrone. Esattamente l’opposto di quella dimostrata dalla Park. Domenica scorsa è tornata nella sua casa privata a Seul, nel prestigioso distretto di Gangnam, ma senza la coppia di cani adulti e i sette cuccioli nati a gennaio scorso (nella foto sotto, l’ex presidente con alcuni di loro). Ad accorgersene, il vicino di casa che le aveva ceduto i primi due jindos nel 2013. La Park si è difesa dicendo che per i cuccioli non sarebbe stata una buona cosa essere sradicati dall’ambiente familiare e che alla residenza presidenziale le attenzioni non sarebbero loro mancate, avendo incaricato il personale di prendersene cura. Un altro gruppo animalista locale, Coexistence of Animal Rights on Earth, si è offerto di adottarli. L’attenzione e il clamore provocati dalla vicenda dei nove cani jindos stride con le tradizioni locali: nel paese è ancora normale mangiare carne di cane, sebbene grandi passi avanti siano stati fatti di recente, quando ad esempio a Seongnam è stato chiuso il più grande mercato di carne canina della Corea del Sud. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe.
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