I canili pubblici, i rifugi delle associazioni e quelli privati o comunali sono tutti al collasso pochissimi i posti disponibili e il rischio vero è che nei prossimi due mesi con l’accuirsi degli abbandoni non si riesca a trovare posto per i cani che saranno raccolti dalle associazioni nelle strade e sulle autostrade italiane. Tutti i 150mila posti disponibili nei canili italiani sono occupati, le adozioni specialmente di cani anziani sono in forte diminuzione e secondo le ultime stime delle anagrafe canine regionali sono circa 650mila i cani randagi che vagano per le strade italiane concetrati prevalentemente nelle regioni del centro e del sud Italia e in Sicilia e Sardegna.
Inoltre il 30% dei rifugi e dei canili rischia la bancarotta in quanto i comuni sono in ritardo con i pagamenti per le rette dei cani randagi presenti e il buco complessivo della gestione dei canili italiani supera abbondantemente i 20 milioni di euro. Nei mesi di luglio e agosto secondo le stime delle associazioni si prevede l’abbandono di almeno altri 20-30.000 cani con tutto quello che ne consegue. “Le associazioni dalle più grandi alle più piccole non ce la fanno più a gestire le strutture al collasso – spiega Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa – i canili sono al collasso e molti sono quelli a rischio chiusura per sovraffollamento, il rischio specialmente al sud è che molte di queste strutture finiscano in mano alla malavita organizzata che usa i cani come business o a società che vincono appalti e che gestiscono queste strutture a scopo di lucro e non certo partendo dall’amore per i cani”.
“Chiediamo – conclude Croce – un intervento urgente del governo serve ripianare i debiti ed una nuova incentivazione delle politiche di tutela degli animali e di sterilizzazioni dei cani randagi. Credo seriamente che quest’anno sarà difficile soccorrere i cani abbandonati proprio per la carenza dei posti nelle strutture che li ospitano”. Così in un comunicato l’Aidaa. (Dire)