AGGIORNAMENTO DEL 15 DICEMBRE 2016 – ENPA: “SVOLTA EPOCALE”
«La decisione con cui il Sindaco della città coreana di Seongnam ha messo al bando la macellazione della carne di cane rappresenta una svolta epocale, che – le premesse ci sono tutte – potrebbe cambiare per sempre il rapporto tra uomini e animali. Non solo in Sud Corea, ma in tutti i Paesi dove è ancora ritenuto lecito uccidere e mangiare “il migliore amico dell’uomo”», lo dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, commentando lo storico stop. Con l’occasione, la presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali ha scritto al Sindaco di Seongnam per esprimergli il plauso dei soci e dei sostenitori dell’associazione, e di tutti i cittadini italiani sensibili ai temi della tutela animale. A Seongman, infatti, ha sede il più grande centro coreano di macellazione di carne canina – il mercato di Moran – di cui attivisti e associazioni di tutto il mondo chiedono da tempo la chiusura. Secondo quanto Enpa apprende da fonti di stampa internazionale, lo stop entrerà in vigore la prossima settimana e i commercianti riceveranno sovvenzioni pubbliche per passare ad attività cruelty free. «Il movimento animalista internazionale – prosegue Rocchi – ha ottenuto una vittoria importantissima, una di quelle che possono preludere a grandi cambiamenti, ma la guerra non è ancora vinta. Molto resta ancora da fare, nella stessa Corea, a partire dalla concreta applicazione del bando. Confidiamo comunque in un effetto domino, in un contagio virtuoso al resto dell’Asia: anche il famigerato Festival di Yulin (Cina) potrebbe avere le ore contate». Lo scorso febbraio, in occasione di un incontro tra il Sindaco di Bologna, Merola, e il primo cittadino di Seongman – tra le due città c’é una partnership economica – Enpa aveva sollevato, con una lettera aperta al primo cittadino bolognese, il problema del consumo della carne di cane in Corea del Sud. In particolare, la Protezione Animali aveva chiesto al sindaco delle città emiliana di sensibilizzare il suo omologo coreano al rispetto degli animali. (Comunicato)
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POST ORIGINALE DEL 13 DICEMBRE 2016
Chiuso in Corea del Sud il più grande mercato di carne di cane del paese. “La città di Seongnam si prende la responsabilità di trasformare l’immagine dell’intera nazione – ha detto il sindaco Lee Myung Jae, parafrasando Gandhi -, in modo che possa essere giudicata da come tratta i propri animali”. Esultano i rappresentanti delle associazioni di protezione di tutto il mondo, di fronte a quella che sembra una pietra miliare nella battaglia contro la macellazione dei cani. Al Moran Market, spiega il Korea Herald nel numero di ieri (qui), venivano venduti vivi o morti circa 80mila animali l’anno, un terzo del fabbisogno nazionale. Qui era possibile scegliere la “merce” dalle gabbie e vedersela macellata e cucinata in tempo reale, come spesso accade in Asia, con procedure che in realtà equivalevano a torture: i cani venivano folgorati o bolliti vivi, sgozzati o strozzati. Quelle gabbie e quei macelli improvvisati verranno dismessi entro giugno e i 22 fornitori di carne di cane riceveranno un sostegno economico per riconvertirsi ad altri business. La Corea del Sud in generale, e il Moran Market di Seongnam in particolare, sono stati oggetto di campagne animaliste occidentali in passato. Per questo, l’americana Humane Society International ha offerto il proprio sostegno al sindaco, da sempre un oppositore del consumo di carne di cane, ma ha anche annunciato che sorveglierà sulla fase di transizione, per evitare che il mercato si sposti altrove invece che chiudere definitivamente. Se si è vinta una battaglia, la guerra è ancora in corso. Lo dimostra Marilyn Kroplick di Hsi quando garantisce che l’associazione “non si darà pace fino a quando nei menu si troveranno specialità a base di carne di cane”. (nelle foto sopra e sotto il Moran Market e, qui sotto, un addetto di Hsi – ph. Ap/Woohae Cho)