Molti animali la usano, ma fino ad oggi nessuno è mai stato in grado di trovarla. E’ la bussola magnetica che permette a uccelli migratori, ma anche tartarughe marine e persino lupi di orientarsi nello spazio sfruttando le variazioni del campo magnetico terrestre. Ora un gruppo di ricercatori dell’Università di Austin in Texas ha annunciato, in un articolo pubblicato su eLife, di essere riuscito a individuare all’interno del sistema nervoso centrale di un piccolo verme piatto, il C. Elegans, un meccanismo del tutto analogo a un navigatore magnetico. Il sensore è una struttura microscopica alla fine di un neurone che altri animali probabilmente condividono, viste le similitudini nella struttura cerebrale tra le specie.
Il sensore si presenta come un antenna TV su nano-scala, e il verme lo usa per navigare sottoterra. “E’ probabile che le stesse molecole siano utilizzate anche dagli altri animali come le farfalle e gli uccelli”, ha dichiarato Jon Pierce-Shimomura, assistente professore di neuroscienze presso la Facoltà di Scienze Naturali e membro del team di ricerca. “Questo ci dà un primo punto d’appoggio per capire il sesto senso magnetico in altri animali”.
La scoperta si deve alla osservazione del comportamento dei vermi. Quando si trovavano negli Stati Uniti ed erano affamati, i vermi si dirigevano tutti verso il basso. In altre parti del mondo invece si spostavano verso direzioni diverse a seconda delle variazione del campo magnetico terrestre. Andre’s Vidal-Gadea, principale autore della ricerca, ha osservato che C. Elegans è solo una delle innumerevoli specie viventi nel terreno, molti dei quali sono note migrare verticalmente nel sottosuolo. «Nessuno pensava di scoprire il sensore del campo magnetico in questi animali”, ha detto. Il sensore si trova proprio al termine di un particolare neurone chiamato Afd che era già noto per la sua capacità di rispondere ai livelli di anidride carbonica e temperatura. Per dimostrare definitivamente che il sensore del magnetismo era proprio quel neurone, i ricercatori hanno confrontato il comportamento di alcuni animali sani con quello di altri a cui, grazie alla ingegneria genetica, era stato precedentemente disattivato il neurone. Inoltre, hanno anche osservato con una speciale tecnica chiamata imaging al calcio, che i cambiamenti di campo magnetico indotti da una bobina artificiale, inducono l’attivazione del sensore. (Agi)