“Piacere, Pietro”. “Miao, Pietro”. Potrebbe essere iniziato così, stamattina, l’incontro tra Pietro Grasso, presidente del Senato, e il gatto Pietro da Amatrice, Rieti, reduce da un salvataggio dopo 16 giorni sotto le macerie del terremoto. Pietro il gatto è stato ospite oggi a Palazzo Madama insieme all’Enpa, a testimonianza dello splendido lavoro svolto dopo il sisma dalla onlus di Protezione animali. A quanto riferito, è anche il primo gatto a essere ricevuto in pompa magna dalla seconda carica dello Stato. La sua storia è ormai nota (l’abbiamo raccontata qui e qui su 24zampe): quando il tetto della casa di Amatrice della padrona di Pietro crolla alle 3.36 della notte del 24 agosto, il gatto riesce probabilmente a rifugiarsi sotto il letto, mentre per la signora purtroppo non c’è nulla da fare. Nei giorni seguenti, i Vigili del fuoco recuperano la salma ma di Pietro non si accorgono. Solo 16 giorni dopo il sisma, quando accompagnano i familiari a cercare alcuni oggetti dalla casa crollata, i Vvff sentono miagolare in mezzo alle macerie: è Pietro, malconcio ma vivo. Salvato e affidato all’Enpa, viene curato per una frattura alla mandibola, già operata con successo, e per un edema cerebrale che ne limita la vista, per il quale segue una terapia farmacologica. Ora vive a Roma, con Sabina (con lui nella foto ieri a Roma, vicino al Senato), che ha perso la mamma nel sisma e trovato un gatto di cui prendersi cura mentre è convalescente. Molte lettrici di 24zampe si sono appassionate alla storia di questo gatto così tenace, capace di sopravvivere per due settimane e mezzo bevendo acqua piovana e mangiando le proprie feci, come hanno constatato i volontari dell’Enpa che lo hanno preso in custodia dopo il salvataggio. Sono state queste appassionate “gattofile” che hanno chiesto a 24zampe di indagare la vita del gatto, di prendere più informazioni possibili su di lui: “Ha dieci anni, ma la sua vita è stata tutta in salita – racconta così Sabina -: mia mamma lo raccolse dalla strada ancora cucciolo perché una persona poco per bene lo aveva picchiato con un bastone e gli aveva rotto le zampine anteriori… solo perché il micio aveva fatto le orme sul parabrezza della sua macchina. E’ temprato…”. E anche fortunato, soprattutto per aver trovato una mamma, prima, e una figlia, poi, come loro. (nella foto sotto, Pietro convalescente dopo l’intervento alla mandbola beve dal cucchiaio)
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