Bracconaggio di uccelli in crescita in Europa, poco contrasto in Italia

Cresce il fenomeno del bracconaggio di uccelli nei Paesi dell’Ue. A raccontare quanto avviene nelle diverse regioni dell’Europa è un servizio pubblicato dal giornale online hvg.hu nell’ambito del progetto internazionale PULSE. “La maggior parte dei paesi europei è in ritardo nell’adozione di misure contro il bracconaggio illegale di uccelli – si legge nel servizio -. Il rapporto The Killing 3.0 di quest’anno di BirdLife International e delle ong EuroNatur, che analizza le azioni contro l’uccisione illegale di uccelli nella regione dell’Europa centrale e del Mediterraneo, traccia un quadro preoccupante. Mostra come i paesi si stanno muovendo verso l’obiettivo fissato dalla cosiddetta Strategia di Roma di dimezzare il numero di uccelli uccisi a causa dell’uccisione illegale di uccelli entro il 2030″. Il rapporto esamina un totale di 46 paesi e conclude che “solo 8 paesi stanno compiendo progressi significativi”. Nei paesi della regione dell’Europa centrale, tra cui l’Ungheria, il livello di raccolta dati e le risposte delle autorità sono significativamente al di sotto di quanto necessario, la valutazione dell’entità e delle cause della distruzione degli uccelli rimane debole e la mancanza di standard uniformi ostacola notevolmente le analisi comparative.

SLOVACCHIA E ROMANIA FANNO MEGLIO DELL’UNGHERIA

“È particolarmente preoccupante per il nostro Paese che, secondo il progetto SWiPE, specializzato nell’analisi delle cause legali in materia di conservazione della natura in Svizzera, l’84% dei reati contro la natura rilevati in Ungheria non sia stato indagato o non sia stato portato in tribunale durante il periodo esaminato tra il 2016 e il 2020 – si legge nel servizio -. Ciò dimostra chiaramente che, nonostante l’esistenza di una tutela giuridica di principio, l’attuazione pratica è significativamente carente”. Il servizio fa un confronto con gli altri Paesi dell’Ue. Il paragone mostra che “l’Ungheria si trova in una posizione più favorevole rispetto ad alcuni dei suoi vicini in determinate aree, ma non è considerata all’avanguardia”. Quindi gli esempi: “Slovacchia e Romania stanno affrontando problemi simili, ma le organizzazioni slovacche per la conservazione della natura sono diventate più attivamente coinvolte nei sistemi di monitoraggio e raccolta dati, mentre nel nostro Paese l’incompletezza dei database e la carenza di risorse statali continuano a rappresentare un problema serio”.

ITALIA MALE: 5,6 MILIONI DI UCCELLI UCCISI ILLEGALMENTE

Una maggiore pressione mediatica si registra in Croazia, mentre l’Austria ha adottato misure più incisive. “L’Italia è nella situazione peggiore, con 5,6 milioni di uccelli uccisi illegalmente in una sola stagione – ricostruisce -. Questo perché gli italiani si aggrappano ostinatamente a tradizioni come le trappole (reti, stick di colla, trappole a scatto) e i dispositivi che imitano il suono, utilizzati per uccidere un gran numero di uccelli”. Passi avanti, spiega il servizio, ne sono stati compiuti e in diversi Paesi c’è stato anche un inasprimento delle pene. Inoltre è aumentato il grado di collaborazione tra istituzioni e organizzazioni di volontariato. Inoltre un supporto potrà venire, auspica il servizio, anche dall’uso dell’intelligenza artificiale. (Il Sole 24 Ore Radiocor)

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